
Una nuova scoperta, finora mai rilevata, potrebbe aprire scenari inattesi nell’indagine sul delitto di Garlasco. Sul primo gradino della scala della villetta dove fu trovato il corpo di Chiara Poggi, il 13 agosto 2007, è stata rinvenuta una traccia nel sangue che sembrerebbe corrispondere all’impronta di una scarpa. Questa circostanza potrebbe supportare l’ipotesi della Procura di Pavia secondo cui più persone avrebbero preso parte al delitto.
Attualmente, è indagato per omicidio in concorso Andrea Sempio, mentre gli investigatori continuano la ricerca di possibili complici. Secondo quanto riportato dal quotidiano “Il Tempo”, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, sotto la direzione del colonnello Antonio Coppola, in collaborazione con i Ris di Cagliari e il Racis di Roma, hanno eseguito un’accurata mappatura della casa dei Poggi, utilizzando tecnologie avanzate come i laser scanner 3D e sistemi di intelligenza artificiale.

Come è stata ricostruita la dinamica dell’omicidio
L’obiettivo è stato ricostruire con precisione la dinamica del delitto attraverso la Bloodstain Pattern Analysis (Bpa), tecnica che consente di analizzare le macchie di sangue per individuare modalità e armi impiegate durante l’aggressione. Le nuove indagini hanno focalizzato l’attenzione sul salone, luogo principale dell’attacco, e sulla zona della cantina, dove fu ritrovato il corpo di Chiara. Proprio sul primo gradino di accesso alla cantina è stata rilevata una traccia mai menzionata nel rapporto originario dei Ris del 2007. Questa traccia si trova vicino a un’impronta di scarpa con suola a pallini, collegata ad Alberto Stasi, l’unico finora condannato per l’omicidio.

Secondo gli esperti, l’impronta individuata sul muro sarebbe compatibile in ben 15 punti con la mano destra di Andrea Sempio, suggerendo che questi si sarebbe appoggiato con forza sulla parete senza scendere ulteriormente le scale. La traccia emersa recentemente sul gradino, invece, presenta un particolare disegno geometrico costituito da tre linee parallele e regolarmente distanziate.


La professoressa Luisa Regimenti, medico legale dell’Università di Tor Vergata, ha precisato al quotidiano: “È un’immagine figurata lasciata da un agente esterno”, escludendo che si tratti di una colatura o di trascinamento. La specialista ha avanzato l’ipotesi che possa trattarsi di “un’impronta di scarpa impressa mentre il sangue era ancora fresco“, condizione che spiegherebbe l’elevata definizione dei dettagli osservati.