
La tragedia consumata nel cuore di Villa Pamphili, uno dei parchi storici di Roma, ha sconvolto l’opinione pubblica italiana. Il ritrovamento dei corpi di una donna e della sua figlioletta di pochi mesi, avvenuto circa una settimana fa, ha sollevato interrogativi angoscianti, aprendo uno scenario investigativo complesso e delicato. Gli inquirenti stanno cercando di fare luce su quanto accaduto e sulle circostanze che hanno portato alla morte della donna e della bambina.
Il parco, solitamente luogo di passeggiate e momenti di relax per i romani, è ora al centro di un’inchiesta che coinvolge non solo le autorità italiane, ma anche quelle internazionali. La vicenda si è ulteriormente complicata con l’arresto di un cittadino statunitense in Grecia, considerato il principale sospettato. Gli investigatori continuano a raccogliere elementi utili per delineare il contesto di questa drammatica vicenda.

Nuovi dettagli emergono nell’inchiesta sulla tragica vicenda della donna trovata morta insieme alla figlioletta di pochi mesi nel parco di Villa Pamphili. Il presunto responsabile, Rexal Ford, 45 anni, arrestato la scorsa settimana in Grecia, sarebbe registrato nei registri anagrafici statunitensi con un nome diverso da quello riportato sul passaporto, che però risulta autentico. La notizia, diffusa da un servizio del Tg1, accresce il mistero attorno all’identità e ai movimenti dell’uomo.
Dna e richiesta di estradizione
Il Dna dell’arrestato, già inviato ai laboratori della Polizia Scientifica italiana, sarà fondamentale per verificare se Ford è il padre della bambina, come da lui dichiarato. Intanto, le autorità italiane si preparano a formalizzare la richiesta di estradizione alle controparti greche. L’uomo, attualmente detenuto in un carcere ellenico, potrebbe essere trasferito in Italia non prima di venti giorni, salvo richieste delle autorità statunitensi, che potrebbero complicare l’iter giudiziario.

Gli inquirenti stanno ricostruendo con meticolosità il percorso di Ford in Italia, esaminando i dati delle celle telefoniche e il contenuto del suo smartphone, elemento cruciale per localizzarlo e arrestarlo sull’isola greca di Skiathos. Nonostante vivesse come un clochard, Ford possedeva una carta di credito con cui ha acquistato i biglietti per la fuga. Parallelamente, si indaga su un possibile matrimonio celebrato a Malta, che potrebbe rivelare l’identità della donna deceduta.
La fuga e l’arresto
Le immagini diffuse dalla Questura di Roma documentano il momento dell’arresto di Ford, scortato dagli agenti fuori dagli uffici di polizia a Skiathos. L’operazione è stata possibile grazie a un mandato di arresto europeo emesso dalla Procura di Roma, che coordina le indagini.

Tra le pieghe di questa intricata vicenda spunta un dettaglio curioso: Ford si sarebbe spacciato per uno sceneggiatore di Hollywood, sfruttando l’omonimia con un connazionale noto nel settore. Avrebbe persino presentato il progetto di un film a una casa di produzione romana, sostenendo di volerlo girare a Firenze. Presente in Italia almeno da aprile, Ford viaggiava con la sua presunta moglie e la figlia, ma non risulta registrato in alcuna struttura alberghiera.
Un quadro ancora incompleto
Restano numerosi interrogativi sul passato e sulle motivazioni di Ford. Gli investigatori continuano a lavorare per ricostruire i tasselli mancanti di una storia che, per ora, oscilla tra realtà e mistero.