
Un’estate che si fa sentire con tutta la sua potenza. Sabato 14 giugno, nel pomeriggio, la calura opprimente che avvolgeva la pianura padana è stata improvvisamente interrotta da una tempesta di rara intensità. Un’ondata di grandine e venti che hanno superato i 100 km/h ha travolto la regione, accompagnata da ben 7.000 fulmini. Sembrava di essere in pieno autunno, non in una giornata di metà giugno.
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I chicchi di grandine, grandi quanto noci, hanno martellato tetti, auto e alberi, lasciando dietro di sé una scia di danni. La violenza del fenomeno ha colto di sorpresa molti, richiedendo l’intervento dei vigili del fuoco per rami spezzati e allagamenti. Blackout temporanei hanno preoccupato i residenti, sottolineando la crescente frequenza di eventi meteorologici estremi.

Momenti di ansia in città
Parma ha vissuto un pomeriggio di forte tensione. Quartieri come San Leonardo, Montanara e Corcagnano sono stati bersaglio della grandine, trasformando le strade in tappeti bianchi come di neve. Le immagini inviate dai cittadini mostrano il caos, mentre i vigili del fuoco lavorano per mettere in sicurezza le aree.

Nel quartiere Montanara, la grandine è stata accompagnata da un blackout improvviso, fortunatamente risolto rapidamente. Anche in zona San Leonardo, l’interruzione dell’elettricità ha spaventato molti, in particolare gli anziani. “Abbiamo sentito un forte boato”, raccontano i residenti, mentre il vento piegava i segnali stradali e divelleva tegole dai tetti. Non ci sono stati feriti, ma i danni a veicoli e strutture sono stati ingenti.

Un cambiamento climatico inarrestabile
I temporali, formatisi sull’Appennino Tosco-Emiliano, hanno colpito inaspettatamente le colline e le pianure di Parma, Reggio Emilia e Modena. Questi eventi, con grandine e venti fino a 110 km/h, non sono più eccezionali, ma riflettono una nuova realtà climatica. Temperature estreme e fenomeni meteorologici violenti sfidano la capacità delle città di adattarsi a un clima sempre più instabile.