
Un drammatico caso di omicidio-suicidio ha scosso nella mattinata di oggi, lunedì, l’ospedale Carlo Ondoli di Angera, in provincia di Varese. Una donna è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco mentre si trovava ricoverata all’interno di un reparto della struttura sanitaria. Subito dopo, l’aggressore – un uomo – ha rivolto la stessa arma contro di sé e si è tolto la vita.
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L’episodio si è consumato tra le mura dell’ospedale, in un contesto inaspettato e che ha subito gettato nello sgomento personale medico, degenti e forze dell’ordine. Le indagini sono in corso per chiarire ogni dettaglio dell’accaduto.
I fatti avvenuti all’interno del reparto
L’allarme è scattato intorno alla metà della mattinata, quando all’interno di uno dei reparti del Carlo Ondoli sono stati uditi dei colpi di arma da fuoco. A sparare sarebbe stato l’uomo, che dopo aver raggiunto la stanza della donna, ha aperto il fuoco contro di lei. Immediato l’intervento del personale sanitario, che ha però potuto solo constatare il decesso della paziente. Anche per l’uomo non c’è stato nulla da fare: dopo l’omicidio, ha premuto il grilletto contro sé stesso.

Al momento non sono state rese note le identità delle due persone coinvolte, ma si tratterebbe di soggetti con un legame personale, circostanza che gli inquirenti stanno verificando. La dinamica dell’aggressione sembra confermare l’ipotesi di un gesto premeditato, compiuto con un’arma da fuoco detenuta o introdotta in reparto senza che venissero rilevati segnali di allarme.
L’intervento dei carabinieri e le indagini in corso
Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri della stazione di Angera, supportati dai militari della Compagnia di Gallarate e successivamente dagli uomini del reparto operativo di Varese. L’intera area è stata isolata per consentire i rilievi tecnici e la raccolta di testimonianze, mentre il corpo della donna e quello dell’uomo sono stati posti sotto sequestro per l’autopsia.
Le forze dell’ordine stanno lavorando per chiarire le motivazioni che hanno spinto l’uomo a compiere un gesto così estremo e violento. Al momento non risultano coinvolti altri degenti o membri del personale ospedaliero, e non ci sono stati feriti tra coloro che si trovavano nella struttura al momento della sparatoria.
L’ospedale sotto shock, sicurezza sotto osservazione
L’evento ha scosso profondamente il personale del Carlo Ondoli, che si è trovato a fronteggiare una situazione tragica in un contesto dove si dovrebbe curare la vita, non assistere a una morte violenta. Resta da capire come sia stato possibile introdurre un’arma all’interno di una struttura ospedaliera, un tema che ora diventa centrale anche dal punto di vista della sicurezza negli ospedali pubblici.

Le indagini dovranno anche accertare se l’uomo fosse stato sottoposto a controlli all’ingresso o se avesse accesso privilegiato al reparto. Si lavora sul movente, sull’identità della coppia e sulla storia pregressa che potrebbe aver condotto a un epilogo così drammatico.
Un gesto estremo che apre interrogativi
Il femminicidio avvenuto oggi ad Angera, seguito dal suicidio dell’uomo, riporta con forza al centro dell’attenzione il tema della violenza di genere e delle sue manifestazioni più gravi. Una donna uccisa mentre era ricoverata, indifesa, all’interno di un ospedale: un contesto dove avrebbe dovuto sentirsi al sicuro. La vicenda scuote l’intera comunità e impone una riflessione urgente sulle dinamiche relazionali che sfociano in atti di violenza irreversibile.
Nel frattempo, i carabinieri proseguono con le verifiche per delineare il quadro completo della tragedia. Nessuna pista è esclusa, anche se gli inquirenti propendono per una matrice personale, forse sentimentale, dietro il gesto dell’uomo. Si attende ora l’identificazione formale delle vittime e le dichiarazioni ufficiali delle autorità competenti.