
Il Salone aerospaziale di Le Bourget si apre nel segno delle tensioni geopolitiche. Una scelta senza precedenti scuote il cuore dell’aviazione europea: Parigi ha disposto la chiusura dei quattro principali stand israeliani, coprendoli con alte tele nere e impedendo di fatto l’accesso ai visitatori.
Ordine di sicurezza e accuse incrociate
Secondo le autorità francesi, le aziende coinvolte – Israel Aerospace Industries, Rafael, Uvision, Elbit e Aeronautics – non avrebbero rispettato un provvedimento di sicurezza che imponeva la rimozione di armamenti offensivi, potenzialmente impiegabili nel conflitto a Gaza. La misura, adottata a ridosso dell’inaugurazione, ha innescato una reazione durissima da parte di Tel Aviv, che bolla la decisione come “scandalosa e discriminatoria“.
Non è passata inosservata la protesta improvvisata da una rappresentante dello stand Rafael: con un gesso ha scritto sulla tela di copertura, a lettere bianche, un messaggio diretto: “Questi sistemi d’arma stanno proteggendo Israele. Il governo francese, in nome della discriminazione, sta cercando di nasconderveli”.

Politica interna e clima internazionale
Il caso è esploso in un contesto già carico. Solo una settimana fa, il tribunale di Bobigny aveva respinto il ricorso di alcune associazioni che chiedevano l’esclusione degli espositori israeliani, accusati di contribuire a “crimini internazionali“. Come segno di dissenso, gli eletti di Seine-Saint-Denis, dipartimento che ospita il Salone, hanno disertato la cerimonia d’apertura alla presenza del premier François Bayrou.
Sul piano strategico, l’edizione 2025 di Le Bourget, vetrina globale per aerospazio, aviazione e difesa, si svolge in un’Europa che deve fare i conti con la guerra in Ucraina e l’ambizione di rafforzare la propria autonomia militare. Intanto, lo spettro delle guerre commerciali, alimentate dal presidente americano Donald Trump, continua a pesare su una filiera industriale fortemente interconnessa.
Macron atteso, missione italiana in agenda
Venerdì sarà il turno del presidente Emmanuel Macron, chiamato a illustrare la nuova strategia spaziale di Parigi. L’Italia si prepara a recitare un ruolo di primo piano: domani arriveranno al Bourget il ministro delle Imprese Adolfo Urso e il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Fitto il calendario di incontri: colloqui con i vertici di Thales, bilaterale con l’ad di Airbus, Guillaume Faury, e visita all’hub di Leonardo, punta di diamante dell’aerospazio e difesa made in Italy. Nel frattempo, tra stand oscurati e accuse di segregazione, Le Bourget si conferma, anche quest’anno, un crocevia dove tecnologia e politica si intrecciano. Ma vista la situazione geopolitica, la tensione è ai massimi livelli.