
Il cielo, fino a pochi istanti prima di un azzurro rassicurante, si è fatto improvvisamente livido, quasi minaccioso. Un vento gelido si è levato con inaudita violenza, sferzando ogni cosa sul suo cammino e facendo tremare le finestre come foglie al primo autunno. Poi, senza preavviso, è giunta la furia: prima gocce pesanti che picchiavano sull’asfalto, trasformandosi in un diluvio implacabile, poi chicchi di ghiaccio grandi come noci che rimbalzavano con fragore sulle superfici, creando un tappeto bianco che inghiottiva l’erba e il cemento. La temperatura è crollata, portando con sé l’illusione di una giornata estiva, sostituita da un freddo pungente che si insinuava fin nelle ossa.
La natura, in quel pomeriggio inaspettato, si è scatenata con una potenza tale da lasciare un segno indelebile. Le strade si sono trasformate in fiumi in piena, e il fragore di rami spezzati e alberi sradicati risuonava nel frastuono della tempesta. Le cantine, un tempo rifugi sicuri, sono diventate trappole d’acqua, e l’acqua si è infiltrata persino negli edifici più solidi, bagnando mura e intonaci.

Violenta grandinata a Verona
Un brusco e violento mutamento meteorologico ha colpito Verona, trasformando un mite fine settimana in un pomeriggio di puro caos. Pioggia battente, grandine fitta e raffiche di vento impetuose si sono abbattute sulla città e sulla provincia, provocando un crollo drastico della temperatura che, dai valori quasi estivi dei giorni scorsi, è precipitata a soli 16 gradi. L’ondata di maltempo, giunta con una ferocia inaspettata nel primo pomeriggio, ha lasciato dietro di sé una scia di pesanti disagi e danni ingenti, paralizzando la vita quotidiana e mettendo a dura prova la resilienza del territorio.
Nelle suggestive alture della Lessinia, lo scenario si è trasformato in una visione quasi surreale. La strada che scende da Bosco Chiesanuova è stata letteralmente sommersa da uno spesso strato di grandine, creando un paesaggio che ricordava più una nevicata invernale che un temporale estivo. Le dimensioni e la quantità dei chicchi di ghiaccio hanno creato un tappeto bianco che ha reso il transito estremamente difficile, se non impossibile, per i veicoli, isolando di fatto alcune aree e richiedendo interventi urgenti per ripristinare la viabilità.
L’ospedale in ginocchio
La furia degli elementi non ha risparmiato nemmeno il Polo Confortini dell’ospedale di Borgo Trento, un luogo che per sua natura dovrebbe essere un rifugio sicuro e funzionale. Qui si sono registrati allagamenti diffusi, con l’acqua che si è infiltrata in diverse sezioni della struttura, causando non solo disagi ma anche un grave episodio: il crollo di un pezzo d’intonaco. Questo evento ha sollevato preoccupazioni immediate sulla sicurezza di pazienti e personale, oltre a interrompere potenzialmente le delicate attività sanitarie, rendendo evidente la vulnerabilità anche delle infrastrutture essenziali di fronte a fenomeni meteorologici di tale intensità.
Il centralino dei Vigili del Fuoco e della Polizia Locale è stato inondato da decine di chiamate, un grido d’aiuto unanime da parte di una popolazione messa in ginocchio. Gli interventi si sono moltiplicati a ritmo serrato, con squadre impegnate a fronteggiare una vasta gamma di emergenze. Cantine e garage trasformati in laghi sotterranei hanno richiesto urgenti operazioni di pompaggio, ma l’emergenza più diffusa e preoccupante è stata quella legata alla caduta di alberi.

Strade paralizzate
La violenza delle raffiche di vento ha avuto conseguenze devastanti sulla viabilità e sulle strutture abitative. Un imponente albero è crollato, invadendo completamente la trafficata circonvallazione e bloccando di fatto la circolazione dei mezzi pesanti, generando code chilometriche e rallentamenti significativi su una delle arterie principali della città. Non meno problematiche le situazioni nella bassa veronese, dove alcuni tratti della SS434 “Transpolesana” sono stati interrotti per consentire la rimozione di alberi abbattuti che ostruivano le carreggiate, isolando di fatto alcune località e compromettendo i collegamenti fondamentali.
Ma i danni più visibili e drammatici sono stati registrati nel quartiere di Veronetta, una delle zone del capoluogo più colpite e “sotto stress” dall’evento. Qui, la furia del vento ha scoperchiato numerosi tetti, lasciando abitazioni esposte agli elementi e costringendo molte famiglie a fare i conti con la devastazione delle proprie case. Le immagini di tegole e detriti sparsi per le strade raccontano la violenza di un temporale che ha lasciato un segno tangibile e profondo sul tessuto urbano e sulla vita dei suoi abitanti, richiedendo un imponente sforzo di ripristino e un’attenta valutazione dei danni strutturali.