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Villa Pamphili, il killer corteggiava altre ragazze dopo la scoperta dei corpi. Un amico: “Non era uno sbandato”

Pubblicato: 16/06/2025 08:19
Villa Pamphili killer ragazze

È il 13 giugno quando Rexal Ford, 46 anni, viene arrestato in Grecia con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Meno di una settimana prima, i corpi della compagna e della figlia di otto mesi erano stati trovati nel parco romano di Villa Doria Pamphilj, abbandonati a pochi metri l’uno dall’altro. Ma mentre la città si interrogava sull’orrore, l’uomo girava per il centro di Roma, tranquillo, come se nulla fosse accaduto. Cercava terrazze panoramiche per girare un film. E magari, con la stessa leggerezza, provava a conquistare ragazze, spacciandosi per un uomo di cinema.
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Ford, cittadino californiano, aveva già mostrato una straordinaria freddezza una settimana prima, quando era stato fermato da una poliziotta. In quell’occasione, si trovava da solo con la figlia e, incalzato dalla donna, aveva affermato che la moglie fosse “partita”. In realtà, la donna era già morta, abbandonata sotto un cespuglio. Eppure, neppure il gesto di soffocare la figlia – dopo averla picchiata – e lasciarla nuda nel parco, sembra aver alterato la calma dell’uomo.

L’incontro con una donna prima della fuga

Dal giorno successivo al ritrovamento dei corpi, Ford ha continuato a muoversi liberamente per la Capitale. L’8 giugno inizia a esplorare la città in cerca di un luogo adatto al suo film. Il 10, appena un giorno prima di lasciare l’Italia, incontra una donna al Pantheon, conosciuta poco prima. Lei lo aveva notato per l’atteggiamento affabile e perché si era presentato come sceneggiatore. Avevano parlato per ore seduti su un muretto. «Non sembrava un uomo del cinema, aveva ancora gli abiti del video dell’arresto», racconta la giovane.

Durante la conversazione, Ford le confessa che sarebbe partito l’indomani per la Grecia, dove avrebbe incontrato una casa di produzione e fatto un giro delle isole “sullo yacht di un amico”. E mentre ostentava fantomatiche ricchezze e un conto da “tre milioni di euro”, beveva vino da tre euro. «Se vuoi ci puoi raggiungere», le aveva detto, dopo aver precisato: «Potrei portarti nel mio hotel qui vicino, ma non te lo chiedo perché ti rispetto».

La donna, oggi ancora sotto choc, ricorda: «Pensavo fosse solo un ciarlatano, non credevo di avere davanti un assassino». Non aveva mai sospettato che, dietro la maschera di un eccentrico sceneggiatore, potesse celarsi chi aveva ucciso la propria compagna e la propria figlia.

Una discesa agli inferi mascherata da carriera internazionale

La parabola discendente di Rexal Ford, per come oggi emerge dalle indagini, comincia dopo una carriera costellata di lavori per il cinema e la televisione. Aveva collaborato, pare, anche con volti noti come Billy Zane, e le sue produzioni l’avevano portato in giro per il mondo. Ma qualcosa si è rotto.

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Arrivato in Italia con la compagna conosciuta a Malta e con la loro bambina, Ford sperava di trovare finanziatori per una nuova sceneggiatura, ambientata a Firenze. Tuttavia, le conferme non arrivavano e le disponibilità economiche sembravano vacillare. Forse la donna e la bambina, in quel contesto, erano diventate un peso per l’uomo, che sembrava sempre più disconnesso dalla realtà.

Gli investigatori non credono che la coppia abbia vissuto sempre per strada. Dalle indagini emerge che avrebbero soggiornato in un B&B o in una casa vacanze, almeno per un certo periodo. Durante un controllo della polizia avvenuto il 20 maggio, Ford aveva mostrato un numero di telefono dicendo appartenesse all’hotel in cui alloggiava. Quel contatto, si scoprirà poi, era legato in realtà a un’agenzia immobiliare.

Un uomo abituato a mentire

La menzogna sembra essere una costante nella narrazione di Ford. Il 20 maggio, in stato di alterazione, era stato fermato con moglie e figlia a Campo de’ Fiori. Ferito alla testa, aveva inscenato una versione dei fatti per depistare gli agenti. Lo stesso numero di telefono mostrato allora tornerà anche più avanti nell’inchiesta, smascherando ulteriori bugie.

Il profilo che emerge dalle testimonianze e dai riscontri investigativi è quello di un uomo abituato a manipolare la realtà. Una strategia di sopravvivenza che si è trasformata, probabilmente, in un’abitudine patologica. Un uomo che parlava di yacht, milioni e cinema, mentre nella realtà viveva ai margini, cercando di mantenere una maschera che si stava sgretolando.

La verità appesa all’autopsia

Al momento, Ford è accusato dell’omicidio della figlia e dell’occultamento del cadavere della moglie. Gli inquirenti sospettano però che sia stato lui a uccidere anche la compagna, sebbene la conferma definitiva potrà arrivare solo dai risultati dell’autopsia. Un tassello fondamentale per ricostruire con esattezza le ultime ore di vita delle due vittime e per inchiodare Ford alle sue responsabilità.

Un amico di Ford: “Non era uno sbandato e lei era un hacker”

Un amico di Ford (che peraltro dice che non sarebbe il suo vero nome) ha parlato con alcune fonti intaliane, ed ha raccontato di una vita di coppia felice e stabile: “Sapere che sono morte la moglie e la bambina mi lascia senza parole. Non può essere stato lui. Qualcuno deve avergli fatto del male, forse per il lavoro di lei”. A quanto pare lei aveva un impiego nell’informatica: “Io so che era molto esperta di informatica. Faceva cose che pochi sanno fare. Non so se fosse un hacker, ma lavorava per una compagnia importante e trattava dati sensibili, su questioni globali. Era una Robin Hood cibernetica. Nemmeno Rexal sapeva cosa facesse”.

A quanto pare la coppia aveva un bed & breakfast e poi, per qualche motivo, le cose avrebbero cominciato ad andare male: “Non capisco nemmeno perché sia andato in Grecia, visto che non mi risulta parlasse il greco. Se è fuggito, è perché aveva paura. Paura che potessero fargli del male. Non posso credere che abbia fatto quelle cose orribili. Lui e Stella devono essere finiti in giri brutti, spero lui riesca a spiegare quello che è successo. Sono distrutto”.

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Ultimo Aggiornamento: 16/06/2025 08:53

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