
Partiamo da un dato: nel mondo, il settore dei trasporti è responsabile del 21% delle emissioni globali di CO2, pari a circa 8 miliardi di tonnellate all’anno. Di queste, il 45% proviene da auto, moto e autobus. E allora, in tempi di transizione energetica, il dibattito si fa sempre più aspro. Milena Gabanelli, nella sua Data Room del Corriere della Sera, ha cercato quindi di mettere ordine tra i numeri, rispondendo a una domanda che appare semplice ma che in realtà è molto complessa: quali sono le auto che inquinano di più? Non solo quando sono su strada, ma anche nel ciclo per produrle. Ricordiamo che l’Unione Europea ha stabilito che dal 2035 saranno vietate le nuove immatricolazioni di auto con motori endotermici, ma il dibattito resta acceso: sono davvero le auto elettriche la scelta migliore? Qual è la tecnologia più sostenibile?
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I dati sulle emissioni
Uno studio indipendente condotto da Ricardo Group per la Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), e ripreso da Milena Gabanelli per il suo articolo pubblicato sul Corriere, ha confrontato le emissioni di CO2 (grammi per chilometro) di diverse tipologie di veicoli: auto elettriche a batteria (BEV): 100 g/km; auto a idrogeno (FCEV): 136 g/km; ibride plug-in (PHEV): 166 g/km; ibride classiche (HEV): 197 g/km; auto a benzina (ICEV-G): 267 g/km. Il risultato è che le auto elettriche producono oggi la minor quantità di CO2 nel ciclo “dalla culla alla tomba”. Per quanto riguarda l’Idrogeno, lo studio parla di una tecnologia promettente ma poco efficiente. Ad oggi in Italia circolano solo 65 auto a idrogeno, con appena 2 distributori attivi (a Mestre e Bolzano). I due modelli disponibili sono la Toyota Mirai (76.800 euro) e la Hyundai Nexo (78.300 euro). L’auto a idrogeno ha il vantaggio di emissioni allo scarico pari a vapore acqueo, ma l’intero processo (elettrolisi, compressione, trasporto) richiede tre volte l’energia di un’auto elettrica a batteria. Per questo, secondo gli esperti, l’idrogeno è più adatto a trasporti pesanti, come autobus, navi e aerei.

E-fuels e Biocarburanti
Gli e-fuels sono carburanti sintetici prodotti combinando idrogeno e CO2 catturata. Sono tecnicamente a basse emissioni, ma la produzione è energivora e molto costosa (3-5 euro al litro). L’Italia, invece, punta molto sui biocarburanti, ma secondo Transport & Environment, solo il 5% del parco circolante potrebbe essere alimentato con biocarburanti veramente sostenibili, cioè derivati da scarti agricoli, industriali o alimentari. Il problema è che molti biocarburanti venduti in Italia provengono da materie prime importate (Cina, Indonesia, Malesia), spesso spacciate per residui. Quella della auto elettriche, quindi, secondo lo studio proposto da Gabanelli resta la strada più percorribile: il 77% dell’energia utilizzata si trasforma in movimento, contro appena il 20% di un’auto a benzina.