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Guerra, il generale Tricarico lancia l’allarme: “Cosa rischia l’Italia dopo l’attacco di Israele”

Pubblicato: 17/06/2025 14:41
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L’attacco condotto da Israele era un passaggio «inevitabile» dal punto di vista strategico-militare, parte di un disegno pianificato da anni con un obiettivo preciso: neutralizzare la minaccia nucleare dell’Iran. A sostenerlo, in un’intervista rilasciata a Il Giornale, è Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e consigliere militare di governi guidati da D’Alema e Berlusconi.
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Le sue parole offrono una lettura netta e lucida della crisi mediorientale in corso, in cui si intrecciano interessi militari, intelligence, minacce terroristiche e delicate equilibri internazionali. Per Tricarico, la comunità internazionale – e in particolare l’Italia – non può permettersi alcuna distrazione.

Obiettivo Israele: fermare l’arma nucleare iraniana

Per il generale, la recente azione militare di Tel Aviv risponde a un obiettivo strategico ben delineato: impedire a Teheran di dotarsi dell’arma nucleare. «Israele – afferma Tricarico – punta a interrompere la preparazione dell’armamento nucleare dell’Iran e a distruggere la capacità del regime iraniano di usarlo contro lo Stato ebraico».

Un’operazione che, a suo avviso, era scritta da tempo nei piani militari israeliani, frutto di una strategia difensiva anticipatoria. Ma se da un lato Israele mostra compattezza e prontezza sul piano operativo, dall’altro le sue dimensioni limitate rischiano di essere un punto critico. «Il vero limite di Israele – spiega – sta nella dimensione numerica ridotta delle sue forze. È un Paese piccolo e questo non le consente di sostenere a lungo operazioni di vasta portata in un contesto così volatile».

L’allerta italiana: rischio terrorismo sciita

Al di fuori del campo di battaglia, lo scenario di instabilità geopolitica porta con sé conseguenze che toccano direttamente l’Europa. L’Italia, secondo Tricarico, deve mantenere alta l’attenzione sul fronte del terrorismo. Ma, avverte, non si tratta della minaccia sunnita che ha dominato le cronache degli ultimi anni: il rischio oggi proviene da ambienti sciiti, legati all’Iran.

«Il rischio terrorismo per l’Italia è concreto, ma è legato a una matrice sciita, potenzialmente attivabile da Teheran», afferma l’ex capo dell’Aeronautica. Tuttavia, precisa, si tratta di una minaccia meno organizzata rispetto a quella sunnita che ha colpito duramente la Francia, il Belgio e la Germania negli anni scorsi. «Non credo – osserva – che ci possa essere un divampare generalizzato di attacchi come quelli già visti in Europa». Una riflessione che invita alla prudenza operativa, senza però generare allarmismi incontrollati.

Intelligence e superiorità tecnologica

Secondo Tricarico, la vera forza di Israele risiede nella combinazione tra tecnologia militare e capacità di intelligence. «Lo strumento militare israeliano è oggi uno dei più efficaci al mondo», afferma con decisione. A rafforzarlo non sono solo le capacità convenzionali, ma anche e soprattutto le azioni segrete.

Il generale sottolinea come il successo operativo israeliano sia dovuto in gran parte alla collaborazione tra intelligence umana e tecnologica: «L’intelligence umana – spiega – è almeno importante quanto quella tecnologica». Questo tipo di sinergia ha permesso a Israele di reagire rapidamente alle minacce, individuare obiettivi strategici e colpire con precisione chirurgica, anche in contesti difficili e in territori ostili.

Un equilibrio instabile che preoccupa

Il quadro che emerge dalle dichiarazioni di Tricarico è quello di una regione in perenne equilibrio instabile, dove ogni azione può generare effetti a catena imprevedibili. Israele, forte di un sistema difensivo avanzato ma limitato in risorse umane, si muove in una direzione obbligata per la propria sopravvivenza. L’Iran, seppur ancora lontano dal possedere un’arma nucleare utilizzabile, rappresenta una minaccia potenziale crescente. E l’Europa, Italia inclusa, non può permettersi di abbassare la guardia.

Nel mezzo, l’incognita del terrorismo sciita, meno visibile ma non per questo trascurabile, e il rischio che la tensione internazionale si riversi anche oltre i confini mediorientali. Una riflessione, quella del generale Tricarico, che invita a mantenere alta l’attenzione, a rafforzare le reti di sicurezza e a non sottovalutare l’importanza dell’intelligence integrata, anche in tempo di pace.

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