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Kennedy, ribalta la sanità americana: “Basta autorizzazioni a farmaci e vaccini senza studi seri”

Pubblicato: 17/06/2025 11:11
Kennedy basta autorizzazioni vaccini

Nel cuore del dibattito politico statunitense si è aperta una frattura netta. Un fronte polemico che divide istituzioni, scienza e opinione pubblica. Da una parte il consolidato sistema sanitario e burocratico, dall’altra una voce che da mesi agita le fondamenta dell’establishment. È la voce di Robert F. Kennedy Jr., candidato presidenziale indipendente e figura centrale di un’ondata critiche nei confronti delle politiche sanitarie degli ultimi anni.
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In un momento in cui la fiducia pubblica nelle autorità mediche è ancora segnata dagli strascichi della pandemia, Kennedy ha scelto di fare leva proprio sulle zone d’ombra rimaste irrisolte. E lo ha fatto annunciando una serie di provvedimenti radicali che, se attuati, riscriverebbero le regole del rapporto tra cittadini, sanità e industria farmaceutica.

Basta pilota automatico: tornano gli studi controllati

Tra le misure più rilevanti, Kennedy ha dichiarato di voler abbandonare il modello di approvazione automatica di farmaci e vaccini, imponendo il ritorno a studi clinici controllati come prerequisito per ogni autorizzazione. Una presa di posizione che critica apertamente le prassi accelerate adottate negli ultimi anni, in particolare durante l’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato garantire una maggiore trasparenza scientifica, dall’altro recuperare la fiducia di una parte della popolazione che si è sentita esclusa dalle scelte sanitarie. «Serve un processo rigoroso, non una burocrazia in pilota automatico», avrebbe affermato Kennedy nei suoi ultimi interventi pubblici.

Via i commissari in conflitto di interessi

Altro fronte caldo è quello dei conflitti d’interesse. Kennedy ha infatti annunciato il licenziamento dei membri della commissione vaccini coinvolti in collaborazioni o rapporti economici con aziende farmaceutiche. Un passaggio che tocca uno dei nervi scoperti della gestione pandemica: l’intersezione spesso opaca tra ricerca, industria e organi regolatori.

Con questa mossa, Kennedy vuole restituire indipendenza e credibilità alle istituzioni sanitarie, denunciando un sistema che – secondo lui – avrebbe favorito per anni «i soliti noti» grazie a finanziamenti a pioggia e incarichi autoreferenziali.

Stop al booster Covid per i soggetti sani

Non meno controversa è la sospensione della somministrazione dei booster anti-Covid ai soggetti sani, ovvero non appartenenti a categorie a rischio. Una posizione in netto contrasto con le raccomandazioni delle principali agenzie sanitarie mondiali, che Kennedy giustifica con l’esigenza di limitare trattamenti non necessari e potenzialmente dannosi.

Il candidato indipendente invoca un principio di proporzionalità terapeutica, secondo cui ogni somministrazione medica dovrebbe rispondere a un’effettiva necessità clinica, non a direttive generalizzate.

Una frenata sulle terapie geniche e sulla disforia di genere

L’elenco delle misure non si ferma qui. Kennedy ha anche proposto una frenata sull’uso delle terapie geniche, in particolare su quelle ancora in fase sperimentale o impiegate in assenza di studi a lungo termine. A queste si affianca lo stop a trattamenti medici per la disforia di genere in soggetti minorenni, misura che riaccende un dibattito già teso tra libertà individuali, etica e politiche sanitarie.

Secondo Kennedy, servirebbe un nuovo approccio medico, centrato sulla prudenza, sull’ascolto e sulla tutela del minore, e meno condizionato da mode ideologiche o pressioni politiche.

Verso un’alternativa all’Oms

Tra le proposte più ambiziose – e divisive – figura l’esame per l’istituzione di un’organizzazione indipendente alternativa all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Un’idea che nasce dalla sfiducia verso la gestione delle emergenze globali e dalla volontà di costruire un modello che dia più spazio agli Stati e alle comunità locali.

Kennedy accusa l’Oms di essere troppo vicina agli interessi economici delle grandi multinazionali e troppo lontana dai bisogni reali delle popolazioni. L’ipotesi di una struttura parallela e autonoma scuote le relazioni internazionali, prefigurando una rottura simbolica e operativa con il modello attuale.


In un’epoca segnata dall’ipermedicalizzazione, dall’emergenza permanente e dalla centralizzazione decisionale, la campagna di Robert F. Kennedy Jr. irrompe come un ciclone. Non solo per il contenuto delle sue proposte, ma per il linguaggio diretto, antiretorico e frontalmente polemico con le élite sanitarie e politiche. In molti lo definiscono un eretico del sistema, ma c’è anche chi lo vede come il portavoce di un dissenso crescente, soprattutto tra i giovani e le classi popolari.

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