
Donald Trump stavolta non si limita a uno dei suoi soliti slogan elettorali. Dall’alto di Truth Social, il presidente americano ha demolito senza mezze misure Emmanuel Macron, accusandolo di “non avere idea” di cosa stia succedendo davvero dietro le quinte del conflitto tra Israele e Iran.
“Il presidente francese in cerca di pubblicità ha detto erroneamente che ho lasciato il G7 per lavorare a un cessate il fuoco. Sbagliato!”, ha tuonato Trump, promettendo “molto di più” di una tregua di facciata. Macron, dal canto suo, aveva provato a vendere la partenza anticipata di Trump come un gesto atto a intestarsi un ruolo da mediatore di pace. Niente di più distante dalla realtà, se si ascoltano i toni di Washington.
L’ombra di Teheran e la verità di Washington
Dietro l’ennesimo strappo con Parigi, c’è in realtà un calcolo geopolitico: secondo fonti interne, Trump non intende frenare Israele né cercare un compromesso sul programma nucleare iraniano. Al contrario, la Casa Bianca sta spingendo per una “fine reale” della questione: o l’Iran rinuncia del tutto alle armi nucleari o la pressione militare continuerà.

Non è un mistero che la situazione si stia surriscaldando: il G7 di Kananaskis è stato interrotto proprio perché Trump ha ordinato un vertice d’emergenza nella Situation Room. Sul tavolo un possibile incontro segreto tra l’inviato Steve Witkoff e il ministro iraniano Abbas Araghchi. Obiettivo? Capire se Teheran ha davvero intenzione di trattare o se tutto finirà in un’escalation che nessuno potrà più fermare.
Pechino non resta a guardare
Mentre Macron incassa l’umiliazione, dalla Cina parte un attacco frontale a Trump. Pechino accusa la Casa Bianca di “gettare benzina sul fuoco” e di fare pressioni inutili sui cittadini iraniani, invitati a evacuare in fretta. Parole dure dal portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, che avverte: “Minacce e ricatti non faranno che ampliare il conflitto“.
In un colpo solo, Trump si trova a litigare con Parigi, a sfidare l’Iran e a infiammare la pazienza di Pechino. Se davvero c’è molto di più dietro questa mossa, il mondo lo scoprirà presto. E forse, a pagarne il conto saranno proprio quelli che oggi provano a fare la voce grossa con comunicati stampa di circostanza.