
Stallo sulle tariffe tra Stati Uniti ed Europa: la proposta avanzata da Bruxelles non convince la Casa Bianca e il presidente Donald Trump, con la sua consueta imprevedibilità, frena ogni ottimismo. “Stiamo trattando, ma non credo che stiano ancora offrendo un accordo equo“, ha dichiarato Trump dall’Air Force One, di ritorno a Washington dopo aver lasciato in anticipo il G7 in Canada.
Linea dura: «Pagheranno tutto»
Il presidente Usa ha ribadito il suo approccio muscolare: “O sarà un buon accordo, oppure pagheranno tutto ciò che diciamo che devono pagare agli Stati Uniti“. Una posizione che stride con toni più morbidi mostrati nei confronti di Tokyo: “I giapponesi sono duri, ma alla fine devono capire che manderemo una lettera dicendo “questo è quello che pagherai, altrimenti non farai affari con noi”. Comunque c’è una possibilità di intesa.
Nel mirino di Trump anche il settore farmaceutico, per cui prevede dazi imminenti: “Questo riporterà la maggior parte delle aziende in America“, ha detto, coerente con la sua dottrina protezionista.
Ue e Cina invocano regole chiare
La replica europea è arrivata per voce della presidente Ursula von der Leyen, che ha confermato la disponibilità a trovare una soluzione entro il 9 luglio, ma ha avvertito: “Se il risultato non sarà soddisfacente, tutti i mezzi sono sul tavolo“. Con un appello anche a evitare il protezionismo: “Manteniamo il commercio tra di noi equo, prevedibile e aperto. Il G7 può mandare un messaggio importante al mondo”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente Xi Jinping: “Non ci saranno vincitori nella guerra dei dazi e del commercio”, ha detto, invitando a respingere unilateralismo ed egemonia che “danneggeranno tutti”.
Ipotesi di tariffa base, ma resta lo scoglio
Secondo indiscrezioni, l’accordo Usa-Ue potrebbe poggiare su una tariffa base del 10%, la stessa prevista nel recente accordo tra Stati Uniti e Regno Unito. Questa soglia però contrasta con le richieste dei ministri europei, che a maggio avevano chiesto alla Commissione di respingere la “formula 10%”.
Intanto, l’effetto dei dazi si riflette anche sull’economia americana: le vendite al dettaglio sono calate dello 0,9% a maggio, complice un calo nelle immatricolazioni di auto, dopo un picco di acquisti registrato a marzo in vista di ulteriori dazi.
Nonostante ciò, con l’inflazione sotto controllo e l’occupazione stabile, la Casa Bianca non sembra intenzionata a modificare la propria linea: per Trump, il protezionismo continua a valere più di qualche percentuale di vendite in meno.