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Garlasco, iniziate le analisi su metà delle impronte: sulla traccia 10 non c’è sangue

Pubblicato: 18/06/2025 08:14
Garlasco analisi impronte sangue

Il delitto di Garlasco torna al centro dell’attenzione giudiziaria. Lunedì 17 giugno ha preso ufficialmente il via l’incidente probatorio disposto dal tribunale, una fase cruciale che culminerà con la relazione dei periti nella prossima udienza, prevista per il 24 ottobre. Al centro del nuovo approfondimento investigativo ci sono i reperti ancora disponibili e le impronte rilevate, su cui gli esperti incaricati lavoreranno per mesi. Si tratta di un momento decisivo per fare chiarezza su uno dei casi di cronaca più noti degli ultimi vent’anni.
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Analisi su impronte e reperti: si lavora in ambienti protetti

I periti nominati dal giudice sono Denise Albani, genetista, e Domenico Marchigiani, esperto in dattiloscopia. I due professionisti hanno ricevuto l’incarico di esaminare i reperti ancora conservati e già visionati nelle scorse ore nei laboratori della Polizia scientifica. Le operazioni si stanno svolgendo in un ambiente controllato per garantire l’integrità delle prove: i consulenti delle parti resteranno vicini ai reperti per tutta la durata dell’incidente probatorio, mentre gli avvocati seguiranno le attività da dietro un vetro, per evitare qualsiasi contaminazione del materiale.

Prima dell’inizio delle operazioni, è stato raccolto il DNA di tutti i consulenti, una precauzione che testimonia la delicatezza della procedura. Parte del materiale utile è stato consumato nei precedenti accertamenti o riconsegnato alle famiglie Poggi e Stasi, rendendo ancora più preziosa l’analisi di quanto resta.

garlasco trovata impronta non repertata

Le prime operazioni e la sorpresa dei fogli di acetato

Già nel corso della prima giornata di lavori, come confermato da Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, si è proceduto al campionamento di circa metà delle impronte disponibili. Il restante verrà esaminato nella prossima seduta fissata per giovedì 19 giugno. Uno degli aspetti più sorprendenti emersi è la questione relativa alle fascette para-adesive, a lungo ritenute centrali nelle nuove analisi: le impronte, infatti, non sarebbero su queste fascette, ma su fogli trasparenti di acetato.

Si tratta di una novità inaspettata, poiché i 35 para-adesivi erano ritenuti supporti chiave. Le impronte che si pensava di trovare lì sono invece state rinvenute su supporti meno conservativi. Tuttavia, sempre secondo Capra, le impronte risultano comunque leggibili e utilizzabili, un dettaglio fondamentale per il prosieguo delle indagini.

La traccia 10 e l’ombra del killer

Tra le impronte che suscitano maggiore interesse, c’è la cosiddetta traccia 10, rilevata nel 2007 sulla parte interna della porta d’ingresso della villetta di Garlasco. Non è mai stata attribuita a nessuno e ora sembrerebbe definitivamente esclusa dalla scena del delitto: l’assenza di sangue su questa impronta rende difficile pensare che possa appartenere all’assassino, almeno secondo la ricostruzione accusatoria, che ipotizza un’uscita dalla casa senza lavarsi le mani. Proprio per questo motivo, la difesa di Alberto Stasi ha chiesto che venga ripetuto l’esame, nella speranza di ottenere nuovi elementi a supporto della propria linea.

Impronta 33: nessuna traccia di intonaco

Un altro punto centrale delle nuove verifiche è l’impronta 33, rinvenuta sulla parete destra della scala interna della villetta, dove venne ritrovato il corpo di Chiara Poggi. Si tratta di un’impronta da tempo sotto osservazione e solo recentemente attribuita ad Andrea Sempio. Tuttavia, anche in questo caso emergono elementi rilevanti: è stata confermata l’assenza dell’intonaco, un dettaglio che potrebbe incidere sull’affidabilità della traccia e sulla sua interpretazione ai fini investigativi.

Prossimi passi in un’indagine ancora aperta

L’incidente probatorio proseguirà con l’elenco dettagliato di tutti i reperti ancora a disposizione, compresi quelli provenienti dalla spazzatura e già oggetto di precedenti analisi. In un caso che ha visto ribaltamenti processuali e lunghe battaglie legali, ogni elemento può essere determinante per confermare o smentire ipotesi formulate nel corso degli anni.

Le aspettative sono alte, soprattutto in vista dell’udienza del 24 ottobre, quando i periti presenteranno le loro relazioni davanti al giudice. Solo allora si potrà iniziare a capire se queste nuove analisi potranno riscrivere, almeno in parte, la verità processuale del delitto di Garlasco.

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