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Garlasco, cosa nascondeva il PC di Chiara: spunta un dettaglio scioccante

Pubblicato: 18/06/2025 20:26
garlasco

Sono trascorsi quasi diciotto anni dal delitto di Garlasco, eppure l’omicidio di Chiara Poggi continua ad alimentare domande, ipotesi, rivelazioni. Da domani, il settimanale Giallo tornerà in edicola con un numero destinato a far discutere.

Al centro del nuovo approfondimento, infatti, ci sarà un’analisi dettagliata dei dati informatici estratti dal computer della vittima, con particolare attenzione alle incongruenze e alle interpretazioni che quelle informazioni hanno subito nel tempo.

Chiara Poggi Arma Assassino

Garlasco, cosa nascondeva il PC di Chiara Poggi

Secondo quanto anticipato dal periodico, alcune analisi digitali condotte già all’epoca dei primi rilievi, nel 2007, potrebbero oggi assumere un significato del tutto diverso, anche alla luce delle nuove piste investigative. Andrea Sempio, amico stretto del fratello della vittima Marco Poggi, era già comparso nei fascicoli delle indagini iniziali, ma venne rapidamente escluso dagli inquirenti. Ora, con l’emergere di nuovi dettagli e tecnologie più sofisticate, il suo ruolo viene nuovamente scrutinato.

Il gruppo di amici di Marco Poggi, che frequentava abitualmente la villetta di Garlasco, viene descritto da Giallo come un classico collettivo adolescenziale. È questo dettaglio a far emergere una nuova linea interpretativa sul contenuto informatico rinvenuto nel computer della ragazza. In particolare, sarebbero stati registrati oltre 4000 accessi a siti pornografici di varia natura, compresi due portali esplicitamente dedicati a “donne mature”.

Secondo la ricostruzione di Giallo, molte delle attività sospette rilevate sul PC sarebbero avvenute durante le ore lavorative di Chiara, quando la giovane si trovava lontana da casa. A utilizzare il computer, quindi, sarebbero stati altri soggetti: il fratello Marco e alcuni suoi amici. I legali della famiglia Poggi avrebbero fatto notare come, tra questi, proprio Andrea Sempio fosse spesso presente nella camera di Chiara e, in più occasioni, si fosse collegato al PC usando il suo profilo. Un dettaglio inquietante, considerando la natura dei contenuti emersi dalle analisi.

Infine, Giallo riporta una testimonianza chiave della madre di Chiara, Rita Preda. La donna avrebbe confidato agli inquirenti un particolare rimasto a lungo sotto traccia: “Chiara si era accorta di queste navigazioni e me lo aveva segnalato, stigmatizzando il comportamento”. Una frase che, se confermata, aprirebbe nuovi spiragli interpretativi sul clima all’interno della villetta prima del delitto. Perché se è vero che il computer può raccontare molto, è altrettanto vero che ciò che resta fuori dallo schermo può essere ancora più rivelatore.

La differenza tra accesso e ricerca

Ma cosa significa davvero “accesso”? Gli esperti precisano che vi è una differenza fondamentale tra accesso e ricerca. Il primo può essere generato automaticamente, ad esempio attraverso pop-up di siti di videogame online (come ancora oggi accade con alcune piattaforme non sicure); il secondo, invece, implica un’azione volontaria e consapevole dell’utente. Non a caso, già all’epoca, il pubblico ministero aveva archiviato la questione, sottolineando che una parte significativa di quegli accessi sarebbe potuta essere stata causata da finestre pubblicitarie intrusive.

I file personali della vittima

Il settimanale solleva anche il delicato tema dei file personali della vittima. Nello specifico, si fa riferimento alla cartella denominata “Tatina”, dove Chiara avrebbe conservato alcune fotografie intime e tre video girati insieme al fidanzato Alberto Stasi. Secondo quanto riportato, alcuni ragazzi del gruppo avrebbero potuto visionare anche i file relativi a ricerche su tematiche sensibili, come pedofilia e abusi. Ma qui emergono forti perplessità tecniche. Quella cartella non solo era nascosta – e quindi invisibile senza una specifica conoscenza del percorso d’accesso – ma risultava anche protetta da password. Tale elemento rende assai improbabile un’apertura casuale o accidentale. Il consulente informatico Paolo Reale, a Quarto Grado, aveva spiegato in modo puntuale le barriere informatiche poste a protezione di quel contenuto.

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