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Villa Pamphili, chi è davvero Rexal Ford? Chi l’ha visto lo mostra a tutti, cosa vuol dire 

Pubblicato: 18/06/2025 14:47
rexal ford passaporto

Il programma televisivo “Chi l’ha visto?“, condotto da Federica Sciarelli, ha gettato nuova luce sul raccapricciante caso dei corpi ritrovati a Villa Pamphili, svelando in esclusiva sui suoi canali social le immagini del passaporto di Rexal Ford, alias Charles Francis Kaufmann.

Questa rivelazione aggiunge un ulteriore strato di complessità a una vicenda già di per sé oscura, che vede Kaufmann indagato per omicidio e soppressione di cadavere in relazione alla morte di una bambina di 6-8 mesi e di una donna, presumibilmente sua madre, i cui corpi sono stati rinvenuti lo scorso sabato nel noto parco romano.

Giallo Villa Pamphili: le indagini

Le indagini si concentrano su Kaufmann, accusato di aver ucciso quella che lui stesso ha dichiarato essere sua figlia e di essere coinvolto anche nel decesso della donna, la cui identità rimane ancora sconosciuta. La diffusione delle immagini del passaporto statunitense di Rexal Ford, con cui l’uomo si sarebbe registrato a Malta, è un elemento chiave per ricostruire i movimenti e le false identità di Kaufmann. Il suo utilizzo di un nome fittizio, curiosamente lo stesso di un noto regista, rivela non solo un tentativo di depistaggio, ma anche un inquietante desiderio, come emerso dalle indagini, di perseguire una carriera nel mondo del cinema.

Ulteriori dettagli emersi dalle indagini rivelano che Francis Kaufmann, l’uomo fermato in Grecia in relazione a questo caso, era in possesso di ben tre carte di credito, utilizzate per un tenore di vita apparentemente agiato, includendo pranzi e cene in ristoranti. Si è scoperto che i fondi, nell’ordine di 5-6 mila euro, gli venivano inviati regolarmente dai genitori. Questo flusso di denaro costante, unito all’uso di un passaporto sotto il nome di Rexal Ford, suggerisce una vita nomade e un’abile capacità di celare la sua vera identità.

Il passato di Kaufmann è altrettanto enigmatico: dopo aver vissuto in vari Paesi come Russia, Nuova Zelanda e Islanda, si era stabilito a Malta. Lì, aveva assunto una falsa identità da regista e produttore cinematografico, arrivando persino a fondare una società, la Tintagel Films. Ed è proprio a Malta che avrebbe incontrato una ragazza russofona, identificata come Stella, con cui avrebbe avuto una figlia, che lui afferma si chiamasse Andromeda. L’approdo in Italia è avvenuto via mare, su un catamarano preso in affitto assieme alla donna e alla bambina, un dettaglio che apre ulteriori interrogativi sulle circostanze del loro arrivo.

Nuovo alias e schede telefoniche sospette

Una volta in Italia, la capacità di Kaufmann di mutare identità non si è fermata. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, avrebbe utilizzato un secondo alias: Matteo Capozzi. Questo ulteriore tentativo di celare la sua vera persona complica ulteriormente il lavoro degli investigatori. Attualmente, le forze dell’ordine sono al lavoro anche su tre schede telefoniche, una delle quali acquistata alla stazione Termini di Roma. L’obiettivo è chiaro: ricostruire come Kaufmann abbia vissuto in Italia nelle settimane precedenti l’omicidio della bambina e, soprattutto, identificare chi lo abbia ospitato.

Il caso di Villa Pamphili si sta rivelando un labirinto di identità fittizie, viaggi internazionali e oscuri legami personali. Ogni nuovo dettaglio emerso dalle indagini, dalle false generalità alle risorse economiche e ai movimenti geografici, contribuisce a delineare il profilo di un uomo capace di nascondere la sua vera natura dietro una facciata complessa e ingannevole. La speranza è che le indagini possano presto fare piena luce su questo drammatico episodio, portando giustizia per le vittime e chiarezza su un mistero che ha scosso l’opinione pubblica.

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