
Le bozze finali dei palinsesti Rai 2025/2026 saranno consegnate oggi, 19 giugno, ai consiglieri del Consiglio di amministrazione per l’approvazione, in vista della presentazione ufficiale alla stampa fissata per venerdì 27 giugno a Napoli. Sul tavolo, però, c’è più di una criticità: non solo i bassissimi ascolti di alcuni format, ma anche la decisione di chiudere programmi storici, provocando forti tensioni interne.
Tra i tagli più discussi, spicca lo stop ad Agorà Weekend, una scelta sorprendente considerando che il programma ha registrato una crescita di quasi un punto percentuale, toccando picchi oltre il 6% e mantenendo una media del 4%. La cancellazione fa parte di una più ampia operazione di razionalizzazione dei costi, come comunicato dal direttore Paolo Corsini, che ha assicurato che i vuoti lasciati verranno colmati da altri format, soprattutto dell’area approfondimento.
Secondo le anticipazioni, a sostituire Agorà Weekend dovrebbe essere Mi manda Rai3, oggi condotto da Federico Ruffo, che potrebbe allungare la sua durata fino a due ore nel weekend. Intanto, calano le saracinesche anche su altri programmi: Petrolio di Duilio Gianmaria, Il Fattore Umano di Raffaella Pusceddu e Luigi Montebello, e Rebus con Giorgio Zanchini non torneranno in onda.

Non si hanno notizie sul nuovo progetto di Antonino Monteleone, ex volto de Le Iene, il cui ultimo tentativo con L’altra Italia su Rai2 non ha lasciato il segno. Dovrebbe invece salvarsi, secondo le ultime indiscrezioni, Indovina chi viene a cena di Sabrina Giannini, inizialmente dato tra i possibili esclusi.
Il clima a Viale Mazzini si è fatto incandescente. Il consigliere Roberto Natale ha attaccato duramente, denunciando lo svuotamento dell’identità editoriale di Rai3 e chiedendo chiarimenti sull’ingresso del direttore del Tempo Tommaso Cerno. “Viene da chiedersi – ha dichiarato – se qualcuno in Rai stia lavorando per favorire La7, invece di rilanciare il servizio pubblico”.
Parole durissime anche da parte dell’Usigrai, che in una nota firmata da tutti i CDR e fiduciari Rai, ha espresso una “forte preoccupazione” per la chiusura di trasmissioni realizzate con personale giornalistico interno. Il sindacato contesta l’apertura a professionisti esterni in un momento in cui si sta per avviare un concorso interno per nuove assunzioni in redazione.

Ulteriore motivo di tensione è legato ai trasferimenti nei TGR, che – secondo l’Usigrai – sarebbero stati decisi unilateralmente dall’azienda, senza attendere la ratifica dell’accordo in via di approvazione. Un comportamento ritenuto non trasparente e in contrasto con le modalità condivise tra sindacato e direzione aziendale.
L’Esecutivo Usigrai non esclude una nuova stagione di scontro con l’azienda. “Non possiamo accettare che la Rai aggiri le regole e trasformi le relazioni sindacali in un terreno dove correttezza e legalità possono essere sospese a piacimento”, si legge nella nota. “Se questo è il modello, allora siamo pronti a difendere i diritti dei colleghi con ogni mezzo”.