
Il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana, Rino Gattuso, ha rotto il silenzio sulle dichiarazioni del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che aveva espresso perplessità riguardo la sua nomina. L’ex centrocampista, noto per il suo temperamento grintoso dentro e fuori dal campo, ha però scelto toni concilianti.
“Con La Russa non voglio fare alcuna polemica – ha dichiarato Gattuso –. Spero solo di fargli cambiare idea, magari portando l’Italia al Mondiale, e dimostrandogli così che può fidarsi di me”. Parole misurate, ma piene di determinazione, in linea con il profilo che Gattuso ha costruito in anni di calcio giocato e allenato.
Il presidente del Senato aveva commentato negativamente la scelta di Gattuso come nuovo volto della panchina azzurra, dichiarando di non ritenere l’ex milanista un simbolo del calcio italiano. Parole che avevano suscitato un certo stupore nel mondo dello sport, ma che Gattuso ha scelto di non alimentare con polemiche.

Interpellato anche su altri temi calcistici, il nuovo ct ha ricordato con amarezza un’esperienza personale simile a quella vissuta recentemente dai tifosi italiani. “La delusione per la finale di Champions? Nel 2005 l’ho vissuta anche io, quando perdemmo col Liverpool. E assicuro che non ho dormito per diverso tempo”, ha detto, riferendosi alla clamorosa rimonta subita dal Milan nella finale di Istanbul.
Gattuso, che prende il timone della Nazionale in un momento delicato, ha ribadito la sua volontà di lavorare sodo per costruire un gruppo competitivo. “Parlano le prestazioni e i risultati. Il resto sono opinioni, tutte legittime. Ma io voglio farmi giudicare sul campo”, ha aggiunto.
Il nuovo incarico arriva dopo un periodo lontano dai riflettori, ma Gattuso sembra deciso a lasciare il segno anche da commissario tecnico, puntando a riportare gli Azzurri ai vertici internazionali.
Mentre la FIGC si stringe intorno al suo nuovo tecnico, l’opinione pubblica resta divisa. Ma una cosa è certa: Gattuso ha già iniziato a caricare l’ambiente, a modo suo, con passione e voglia di dimostrare che anche chi non parte favorito può cambiare il gioco.