
La piccola Nastya Burik, una bambina di 7 anni, è morta insieme alla sua famiglia a Bat Yam, in Israele, il 14 giugno, vittima di un missile iraniano che ha distrutto un edificio a sud di Tel Aviv. Anastasia, da quasi tre anni, combatteva contro una forma gravissima di tumore del sangue. Il missile ha sterminato tutta la sua famiglia: insieme a lei sono morti la mamma Maria Peshkureva, la nonna Elena, e i due cuginetti Ilya (7 anni) e Konstantin (9 anni). Si è salvato solo il padre Artem, che da tre anni combatte contro i russi nel Donbass, mentre raccoglieva fondi per le cure della figlia malata.
La Battaglia per la Vita di Nastya
La famiglia Burik proveniva da Mykolaiv, una città ucraina devastata dalla guerra. Artem, il papà, era partito per il fronte quando, nel 2022, è arrivata la diagnosi di leucemia linfoblastica acuta per la figlia Nastya. “Il 29 agosto 2022 ci hanno dato una notizia terribile: ‘Sua figlia ha il cancro’. Da quel giorno vivo in una realtà parallela, dove la cosa principale è salvarla”, aveva scritto la madre sui social, descrivendo la sua disperata lotta per la vita della bambina.

Nonostante le difficoltà economiche e la guerra, la famiglia ha lanciato una raccolta fondi per le cure di Nastya, che sono state necessarie dopo che i trattamenti in Ucraina non avevano avuto successo. A novembre 2022, Nastya e la mamma si sono trasferite in Israele per proseguire le cure, ma senza il supporto economico necessario. Le fondazioni umanitarie hanno aiutato a raccogliere i fondi, e anche Artem dal fronte ha cercato di sostenere la causa.
Un Sogno di Speranza che Finisce in Tragedia
Nonostante la speranza, la malattia di Nastya non ha ceduto. Un trapianto di midollo osseo ha avuto esito negativo, e la situazione è tornata a peggiorare. “Siamo di nuovo sull’orlo del baratro”, scriveva la mamma sui social, chiedendo supporto per un’ulteriore terapia rischiosa che avrebbe potuto mettere in pericolo la vita della bambina.
Per dare il massimo supporto alla piccola, sono volati in Israele anche la nonna Elena e i cuginetti. Ilya e Konstantin, i cuginetti, erano già andati a scuola in Israele mentre la nonna raccoglieva fondi e la mamma si scontrava con i critici sui social. Nonostante tutto, la tragedia ha colpito la famiglia con l’attacco missilistico, che ha distrutto la casa e ucciso Nastya, Elena, Ilya, e Konstantin. Del corpo di Maria non si è trovato traccia.
La tragedia della famiglia Burik è una storia di dolore, speranza e lotta contro la malattia e la guerra, un dramma che ha stravolto la vita di una famiglia già provata dalle atrocità del conflitto.