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Mimmo Lucano accusa von der Leyen e Kallas al Parlamento Ue: “Siete complici del genocidio di Israele”

Pubblicato: 19/06/2025 10:03
Lucano Leyen Kallas genocidio

Nell’Aula di Strasburgo, durante una delle sessioni più tese dell’ultimo periodo, è risuonata la voce di Mimmo Lucano con un intervento che ha squarciato il silenzio istituzionale europeo. L’ex sindaco di Riace, oggi europarlamentare, ha pronunciato parole durissime rivolte direttamente alle istituzioni dell’Unione europea, accusandole senza mezzi termini di complicità nel genocidio del popolo palestinese.
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Le accuse di Lucano scuotono Strasburgo

Chi rimane indifferente davanti a un genocidio è complice”, ha esordito Mimmo Lucano, rivolgendosi all’emiciclo del Parlamento europeo. Un intervento che, senza filtri, ha denunciato la “distruzione sistematica del popolo palestinese”, avvenuta secondo Lucano nell’indifferenza delle istituzioni europee, colpevoli – a suo dire – di aver voltato lo sguardo, di essersi coperti gli occhi e di aver tappato le orecchie.
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Nel suo intervento, Lucano ha definito il comportamento dell’Unione europea “un silenzio assordante”, accusando l’intero Parlamento di aver legittimato la violenza coloniale israeliana con l’alibi della sicurezza. Un’accusa forte, pesante, che ha puntato il dito contro il cuore dell’apparato decisionale europeo.

L’attacco frontale a von der Leyen e Kallas

Nel suo discorso, Mimmo Lucano ha citato esplicitamente i nomi di Ursula von der Leyen e Kaja Kallas, rispettivamente presidente della Commissione europea e prima ministra estone, entrambe indicate come responsabili della linea politica dell’Ue verso Israele. Secondo Lucano, la loro posizione le renderebbe “complici” di quello che ha definito “un genocidio in diretta”.

Lucano ha chiesto conto del perché “le porte dell’Unione europea restino aperte a Israele”, perché “gli accordi restino in vigore” e perché “le forniture militari continuino”, nonostante – secondo lui – siano stati superati “tutti i limiti” del diritto internazionale e “ogni principio di umanità”.

I numeri citati: 55mila vittime e fame come arma

Nella sua requisitoria politica, Lucano ha parlato di “oltre 55mila civili uccisi” e della “fame usata come arma di guerra”. Dati che, seppur non ufficializzati in Aula, vengono proposti come testimonianza dell’entità del dramma umanitario in corso. Per Lucano, la sicurezza di Israele non può in alcun modo giustificare “una violazione sistematica e pianificata dei diritti umani”.

La sua denuncia si inserisce in un clima di crescente polarizzazione tra chi sostiene un approccio più equilibrato tra le parti e chi, come Lucano, chiede una netta inversione di rotta.

Richiesta di sanzioni e sospensione dell’accordo

Sanzioni immediate contro lo Stato di Israele”, ha chiesto Lucano. Una frase che in Aula ha provocato reazioni contrastanti. Ma per l’ex sindaco, non si tratta solo di una posizione politica, bensì di una necessità etica e giuridica: sospendere l’accordo di associazione tra l’Ue e Israele, attivare misure concrete di pressione internazionale e riconoscere il diritto del popolo palestinese alla libertà.

Secondo Lucano, il comportamento dell’Unione europea ha trasformato le sue istituzioni da potenziale garante della pace a garante dell’impunità israeliana. Un’accusa durissima che non si limita a contestare le scelte diplomatiche, ma coinvolge l’identità politica dell’Unione stessa.

Una linea divisiva nel Parlamento europeo

Il discorso di Lucano ha avuto il merito di rompere la monotonia istituzionale e di rimettere al centro del dibattito la questione palestinese in modo diretto, senza edulcorazioni. Ma ha anche evidenziato una frattura profonda all’interno del Parlamento europeo, dove convivono sensibilità molto diverse nei confronti del conflitto in Medio Oriente.

Mentre alcuni deputati hanno espresso sostegno alla posizione di Lucano, altri l’hanno ritenuta eccessiva, inopportuna, o addirittura pericolosa. Resta il fatto che le sue parole hanno fatto rumore, e probabilmente continueranno a farne nei prossimi giorni, alimentando il confronto interno su quale debba essere il ruolo dell’Europa nella crisi israelo-palestinese.

L’Europa e il suo futuro davanti alla guerra

In conclusione, l’intervento di Mimmo Lucano ha posto una domanda centrale che interroga l’intera architettura dell’Unione europea: può un’Europa che si definisce garante dei diritti umani e della pace tra i popoli continuare a intrattenere rapporti politici, economici e militari con uno Stato accusato di violazioni sistematiche del diritto internazionale?

Il discorso, forte e provocatorio, segna una nuova tappa nello scontro politico europeo attorno al conflitto in Palestina, riportando in Aula voci e richieste che finora erano rimaste ai margini del dibattito ufficiale. In gioco, per molti, non c’è solo la coerenza di un’azione diplomatica, ma l’identità stessa del progetto europeo.

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Ultimo Aggiornamento: 19/06/2025 10:50

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