
Una scena sconvolgente ha scosso il personale sanitario e i presenti all’ospedale di Piacenza. Nella mattinata di oggi, un feto è stato ritrovato in un cestino dei rifiuti all’interno dei bagni pubblici del pronto soccorso, accanto all’ingresso riservato alle barelle. A dare l’allarme è stata un’addetta alle pulizie, che ha notato delle macchie di sangue fuori dalla norma e ha poi scoperto, tra i rifiuti, il sacchetto contenente il piccolo corpo.
L’allerta è scattata attorno alle 6.30 del mattino. I carabinieri del Nucleo investigativo sono immediatamente intervenuti sul posto, avviando i rilievi scientifici e ascoltando i primi testimoni presenti nell’area. Il ritrovamento è avvenuto in uno dei bagni aperti al pubblico, accessibili anche ai pazienti, in una zona ad alta frequentazione del pronto soccorso.
Nel sacchetto, oltre al feto, erano presenti anche stracci insanguinati, particolare che rafforza l’ipotesi di un aborto avvenuto in ospedale. Al momento, le circostanze dell’accaduto restano poco chiare: sarà compito delle forze dell’ordine ricostruire l’esatta dinamica e identificare la persona che ha lasciato il feto nei rifiuti.

A chiarire ogni aspetto sanitario e biologico sarà il medico legale, incaricato di eseguire tutte le analisi sul corpo del piccolo. Dai primi rilievi emergerebbe che il feto era quasi a termine, un dettaglio che potrebbe rivelarsi cruciale nel corso dell’indagine.
Nel frattempo, i medici e gli infermieri del reparto verranno sentiti nelle prossime ore dagli investigatori. Ogni dettaglio potrebbe essere utile per comprendere se la persona coinvolta abbia ricevuto assistenza medica o se sia riuscita ad agire indisturbata senza alcun contatto con il personale sanitario.
Le telecamere di sorveglianza dell’ospedale potrebbero fornire elementi chiave. Gli investigatori stanno infatti analizzando le immagini registrate nelle ore precedenti il ritrovamento per cercare di risalire all’identità di chi ha compiuto il gesto, presumibilmente una donna in stato di gravidanza.
L’intera vicenda ha creato sgomento tra il personale e i pazienti della struttura. Le autorità chiedono rispetto e massima cautela nella diffusione delle informazioni, mentre l’inchiesta è entrata nel vivo con l’obiettivo di fare chiarezza su un episodio drammatico che apre interrogativi profondi sul disagio, la solitudine e le circostanze che possono portare a un gesto così estremo.