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Terzo mandato, la maggioranza si spacca ancora: Salvini e Tajani ai ferri corti

Pubblicato: 19/06/2025 14:13

Nella maggioranza di governo si riaccende l’ennesimo scontro sul terzo mandato ai governatori. Forza Italia chiude la porta, la Lega rilancia, e intanto torna a riaffiorare anche lo spinoso tema dello Ius scholae. Insomma una situazione complicata che mina la stabilità del governo Meloni.

Tajani: “Non siamo al mercato”

Il vicepremier Antonio Tajani lo dice senza giri di parole: “Non stiamo al mercato, non è un baratto, non mi vendo per un piatto di lenticchie. Per Forza Italia, dunque, “è un’ipotesi che non esiste, non è mai stata messa sul tavolo: le trattative sono sempre politiche, non spartizioni di potere“. E ancora più netto: “Non è che io cambio idea sul terzo mandato se mi dai il sindaco di Verona o di Milano, semmai me lo prendo con i voti“.

Parole sigillate anche dal capogruppo Paolo Barelli: “Forza Italia è sempre stata disponibile al dialogo con gli alleati, ma il terzo mandato non è parte del programma di governo e, come rilevano i sondaggi, non piace agli italiani. Per questo per noi oggi si mette fine alla discussione”. Una precisazione che riafferma la linea azzurra, mentre Barelli ricorda anche che “l’inclusione dei migranti regolari” resta un impegno di programma, aprendo così di nuovo lo spazio per lo Ius scholae, che Tajani non ha mai del tutto archiviato.

Salvini: “Serve cambiare impostazione”

La Lega prende atto con amarezza. Stefano Locatelli, responsabile enti locali, dichiara: “Prendiamo atto con rammarico che Forza Italia non vuole ragionare sulla proposta di terzo mandato. Di certo sono irricevibili scambi con cittadinanza facile e Ius scholae”. E avverte: “A questo punto auspichiamo che il centrodestra scelga al più presto i candidati migliori“.

Matteo Salvini non molla la linea: “Siamo i primi a dire che non può esserci uno scambio. Se vogliamo parlare di istituzioni, di libertà di scelta dei cittadini, noi ci siamo”. Poi insiste: “La nostra proposta è chiarissima da sempre: che siano i cittadini a dire se un presidente ha lavorato bene e quindi lo vogliono ancora. Ci è già stata bocciata per quattro volte. Quello che noi chiediamo è cambiare un’impostazione di fondo”.

Tempo scaduto e veti incrociati

Nel frattempo, il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, mette in chiaro i margini: Dipende dal termine ultimo in cui le Regioni devono convocare i comizi elettorali, immagino nella seconda metà di settembre: oltre non si può andare“. E lancia la palla nel campo leghista: “Dovete chiedere alla Lega se ha intenzione di presentare qualcosa. Noi, più di dire che siamo disponibili a ragionare, non possiamo fare”.

A complicare le cose anche i tempi parlamentari: martedì prossimo scade l’unica finestra utile per infilare un emendamento sul terzo mandato nel decreto sui consiglieri regionali. Ma le opposizioni avvertono: se passa il terzo mandato, salta l’accordo e piovono migliaia di emendamenti. La scadenza incombe.

Tajani si consola coi numeri sulla sicurezza stradale

A fine giornata, Salvini si concede un sorriso su tutt’altro fronte: i dati sul nuovo codice della strada. Nei primi sei mesi dall’entrata in vigore, calo dell’8,7% dei decessi, del 5,6% dei feriti e meno incidenti in generale”, spiega.

Poi, con un tocco personale: “Da papà sono numeri che mi riempiono di gioia. Lo sarebbe stata anche una sola vittima in meno, ma così è davvero una soddisfazione dopo sei mesi di insulti da sinistra“. Nel frattempo, in maggioranza, tra terzo mandato e Ius scholae, si va avanti a strappi. E i giorni utili, stavolta, sono davvero pochi.

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