
Prima il volo, poi l’impatto violento contro il cordolo dello spartitraffico. È morto così Marco Cutrona, un ragazzo di 20 anni, travolto nella notte tra giovedì e venerdì mentre si recava al lavoro in monopattino elettrico. L’incidente è avvenuto a Milano, in via Melzi D’Eril all’angolo con corso Sempione, quando il giovane è stato centrato da un’auto guidata da un cinquantenne di Como, risultato positivo all’alcol test. Marco era nato e cresciuto a Milano, abitava al Portello, e aveva costruito con impegno un nuovo percorso di vita come panettiere. Lavorava al forno Lisandri di via Fiamma, si svegliava ogni giorno alle 3 del mattino e stava per partire in vacanza con la madre in Bulgaria.
Il dramma è avvenuto poco dopo le 3.30 del mattino. A dare l’allarme sono stati i sanitari di un’ambulanza già impegnata in un altro intervento, che hanno notato il giovane riverso a terra. Nonostante la corsa disperata verso l’ospedale Niguarda, Marco è morto poco dopo il ricovero. Le ferite erano troppo gravi. Secondo quanto racconta Simone, il titolare del forno, Marco era un ragazzo straordinario, con una forte volontà di imparare e migliorarsi: «Veniva alle 4 perché voleva apprendere tutto il possibile». Il monopattino e il caschetto glieli avevano regalati loro, ma «se li era ripagati con il sudore».
Una prima ricostruzione della polizia locale suggerisce che Marco stesse percorrendo corso Sempione in direzione dell’Arco della Pace, quando è stato colpito da un’Audi TT proveniente da via Canova a velocità sostenuta. Lo scontro lo ha sbattuto in avanti di diversi metri. Accanto al corpo è stato rinvenuto anche un casco, ma non è certo che Marco lo stesse indossando correttamente al momento dell’impatto.

Il conducente dell’Audi, un uomo di 50 anni, è stato trasportato anche lui in ospedale in codice giallo. È risultato negativo al test antidroga, ma positivo all’alcol, con un tasso pari a 1,35 g/l, ovvero quasi tre volte il limite legale. Il pubblico ministero Cristian Barilli ha aperto un fascicolo per omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza. Nei prossimi giorni sarà eseguita anche l’autopsia sul corpo della vittima, per completare gli accertamenti.
Marco aveva frequentato il centro di formazione professionale Ciofs di Cinisello Balsamo, ed era riuscito a superare un’adolescenza difficile proprio grazie al lavoro. Chi lo conosceva lo descrive come un giovane «sereno» e «impegnato», che aveva ricominciato a vivere con entusiasmo e determinazione. Il fatto che stesse andando al lavoro a quell’ora dimostra quanto tenesse alla sua nuova routine e al futuro che si stava costruendo.
L’incidente ha riportato al centro del dibattito anche il tema della sicurezza stradale. «Il nuovo codice della strada da solo non basta», ha detto l’avvocato Domenico Musicco, presidente dell’Associazione vittime incidenti stradali. «Non c’è una sostanziale riduzione dell’incidentalità stradale e servono più controlli e prevenzione sul territorio». Secondo Musicco, puntare solo su multe e norme più severe non è sufficiente: occorre lavorare sull’educazione stradale, partendo dalle scuole.
La tragedia di Marco Cutrona è l’ennesima che scuote Milano e l’Italia intera. Un ragazzo che si stava costruendo una vita con le proprie forze, falciato all’alba da una condotta criminale. La città piange un’altra vittima della strada, e resta l’interrogativo su cosa si stia davvero facendo per evitare che episodi simili si ripetano. Una morte ingiusta, che lascia dolore e domande a cui è sempre più difficile dare una risposta.