
Un mese dopo essersi vaccinata con AstraZeneca, Stefania Cecca, insegnante di scuola elementare, è morta per una grave emorragia cerebrale. Era il 9 aprile 2021. Il decesso è avvenuto al termine di un lungo calvario clinico cominciato a metà marzo dello stesso anno. I dieci medici dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma che l’avevano visitata tra il 16 e il 20 marzo sono stati indagati con l’accusa di omicidio colposo in ambito sanitario. Ma il gup ha deciso il proscioglimento: il fatto non costituisce reato.
La decisione del giudice arriva in contrasto con la richiesta della Procura, che aveva sollecitato il rinvio a giudizio per l’equipe sanitaria. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 30 giorni, ma nel frattempo emergono già le prime interpretazioni. Per l’avvocato Vincenzo Comi, legale della dottoressa Ester Sgambato, «nessun medico poteva prevedere le conseguenze di quel vaccino. Il processo sarebbe stato surreale».
Una posizione condivisa anche da altri legali difensori, come Daniele Bocciolini e Mario Scialla, che parlano di una gestione clinica corretta da parte dei sanitari. Più critica, invece, la posizione dell’avvocato Stefano Maccioni – noto per le sue battaglie in ambito di malasanità – che invita la magistratura ad aprire un’inchiesta sulla casa farmaceutica AstraZeneca, per verificare cosa sapesse realmente sulle possibili complicazioni.

Cecca si era vaccinata il 26 febbraio 2021. Dopo circa dieci giorni aveva cominciato ad avvertire i primi sintomi: stanchezza, difficoltà visive, mal di testa e problemi respiratori. Il 16 marzo si era recata al pronto soccorso del Sant’Eugenio, dove aveva incontrato la dottoressa Sgambato. Quella fu la prima di una serie di visite ospedaliere nei cinque giorni successivi.
A visitarla furono, in ordine cronologico, anche Paola Allegrucci, Carla Mazzone, Rossella Coviello, Mario Lucani, Isabella Pulignano, Ciro Iaccarino, Marino Volpe, Enrico Mirante (direttore del Pronto soccorso) ed Eva Berto. Tutti professionisti ora usciti dal procedimento giudiziario con il proscioglimento pieno.
Intanto, il 15 marzo 2021, in piena emergenza, l’Aifa aveva deciso in via cautelare di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca, salvo poi revocare la misura tre giorni dopo. Le condizioni dell’insegnante, però, continuarono a peggiorare: prima un’embolia, poi una trombosi polmonare e infine il trasferimento d’urgenza al Policlinico Tor Vergata.
Lì, nonostante ogni tentativo dei medici, Stefania Cecca è morta il 9 aprile 2021. Aveva 55 anni. La sua scomparsa è diventata un caso simbolico del dibattito sui vaccini AstraZeneca, oggetto di sospetti e controversie in tutta Europa durante le prime fasi della campagna vaccinale anti-Covid.
Ora il capitolo giudiziario per i medici è chiuso, ma restano aperte molte domande sulla gestione del vaccino da parte della casa produttrice. Per alcuni legali, infatti, è su quella direzione che dovrebbero ora concentrarsi gli sforzi della magistratura.