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Leadership mondiale, perché si deve porre fine a questa legge della giungla

Pubblicato: 21/06/2025 09:08

Il contesto geopolitico attuale, segnato da una complessità senza precedenti, richiede una riflessione approfondita sulla qualità della nostra governance mondiale e sulla responsabilità delle élite che la esercitano. In un’epoca in cui le crisi si intensificano, le ingiustizie si moltiplicano e i diritti umani vengono ancora più frequentemente disattesi, appare evidente che abbiamo bisogno di una classe dirigente che vada oltre gli interessi immediati e nazionali. Una classe dirigente capace di mantenere una visione di lungo termine, di agire con coraggio e fermezza di fronte alle ingiustizie, e di difendere i valori fondamentali di dignità, libertà e rispetto reciproco.

Il mondo contemporaneo ci pone davanti a sfide epocali, dalla crisi climatica alle guerre scatenate dai conflitti geopolitici, dall’estremismo alla migrazione di massa. Ma tra queste sfide, una delle più urgenti e devastanti riguarda il modo in cui affrontiamo e reagiamo alle violazioni dei diritti umani e alle dinamiche di deumanizzazione. È un dato di fatto che, troppo spesso, le popolazioni più vulnerabili vengono ignorate o, peggio, considerate ostacoli o nemici da abbattere. È il caso emblematico del conflitto israelo-palestinese, dove il dolore e la sofferenza di una popolazione vengono spesso oscurati dalle logiche di potere e di interessi strategici.

L’assenza di una leadership morale globale

Come sottolinea Ian Bremmer, fondatore di Eurasia Group, la principale società di consulenza globale specializzata in rischi geopolitici, “Non facendo più da garanti all’ordine globale, gli Stati Uniti hanno facilitato il ritorno alla legge della giungla, dove i forti fanno ciò che vogliono e i deboli subiscono ciò che devono”. Questa analisi evidenzia come il declino della leadership statunitense, un tempo punto di riferimento per la stabilità internazionale, abbia aperto spazi di impunità e di arbitrio anche in aree di fronte a crisi profonde, come il Medio Oriente. Qui, la supremazia militare e tecnologica di Israele consente, in molte circostanze, di agire senza un’adeguata considerazione delle conseguenze umanitarie o delle norme internazionali.

Il rischio di un mondo senza un’autorità garante si traduce in un baratro di instabilità e di sofferenza. Un mondo in cui le decisioni vengono prese senza un’adeguata considerazione etica, dove il senso di responsabilità viene sacrificato sull’altare del potere e degli interessi strategici. Questa deriva crea un tuffo di paura e di oppressione, alimentando un circolo vizioso di violenza e repressione che, se non si fermerà, rischia di spalancare le porte a conflitti ancora più esplosivi e difficili da fermare.

Le radici di una crisi profonda

Ma qual è la radice di questa crisi di leadership? Come siamo arrivati ad affidare il destino del nostro pianeta a uomini e donne privi di una visione e di un’etica solida? Come mai molte figure di vertice sembrano più interessate a mantenere il proprio potere che a pensare alle conseguenze delle loro scelte sulle generazioni future? La risposta risiede forse nella perdita di valori fondamentali, nella crisi di un’istruzione che troppo spesso si limita a trasmettere competenze tecniche senza sviluppare il senso critico e la coscienza civica. Ma anche in una cultura politica improntata all’immagine, all’apparenza e alla strategia immediata, che premia la rissa e la regola del più forte piuttosto che il dialogo, l’empatia e la cooperazione.

In questo scenario, l’unica via d’uscita possibile è un ritorno a una leadership autentica, fondata su principi etici e sulla volontà di agire con lungimiranza e umanità. Significa investire nelle istituzioni internazionali, rafforzando il ruolo di organismi come l’ONU e promuovendo una maggiore cooperazione globale. Ma significa anche, innanzitutto, che ogni leader deve assumersi le proprie responsabilità morali e politiche, riconoscendo che l’interesse collettivo e la tutela dei diritti umani devono prevalere sulle logiche di potere e di breve termine.

Il dovere di ispirare fiducia e futuro

Il mondo ha bisogno di leader che abbiano il coraggio di condannare le ingiustizie senza mezzi termini, che siano capaci di agire con fermezza contro le violazioni dei diritti e di difendere il principio di umanità. Leader che si riconoscano non solo come rappresentanti di uno Stato, ma come custodi di un ordine morale e civile condiviso, pronti ad agire per salvaguardare la vita e la dignità umana. Il mondo ha bisogno di leader che ispirino fiducia nel futuro e allo stesso tempo capaci di essere una fonte di ispirazione per i giovani di oggi.

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