Vai al contenuto

Trump: “Difficile fermare Netanyahu, Israele sta vincendo. L’Europa non aiuta”

Pubblicato: 21/06/2025 07:09

NEW YORK – L’ultimatum resta fissato: due settimane per decidere se colpire l’Iran. Donald Trump non cambia rotta e conferma la linea dura. Niente truppe a terra, ma un possibile attacco mirato alle infrastrutture nucleari. E sull’Europa, il giudizio è netto: “Non sarà d’aiuto”.

Il presidente ha riunito di nuovo il Consiglio per la sicurezza nazionale, da cui è stata di fatto esclusa Tulsi Gabbard, direttrice dell’intelligence, colpevole di aver minimizzato la corsa iraniana alla bomba. “Sbaglia – ha detto Trump – l’Iran è a settimane o mesi dall’arma atomica”. Intanto, il presidente ha ribadito che ogni opzione è sul tavolo, tranne quella di un’invasione di terra: “L’ultima cosa che si vuole fare”.

Dialogo parallelo, fiducia minima nell’Europa

Per quanto i canali diplomatici restino aperti – soprattutto attraverso Witkoff, emissario speciale incaricato di trattare con Teheran – Trump considera i tentativi di mediazione europei privi di efficacia: “Teheran non vuole parlare con l’Europa, stiamo trattando direttamente noi”.

La linea resta quella della massima pressione. Secondo il presidente, non è realistico chiedere a Israele di sospendere i raid: “Sta vincendo. È difficile chiedere di fermarsi mentre si ottengono risultati”. Eppure, Trump ha messo in dubbio l’efficacia tecnica delle operazioni israeliane: “Non credo che possano distruggere da soli tutti gli impianti nucleari”.

Scontro all’Onu: parole di guerra e accuse incrociate

Al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, l’ambasciatore iraniano ha attaccato Israele, definendolo l’unico paese nella regione con un arsenale nucleare segreto. Ha parlato di “crimini di guerra e terrorismo di Stato”, mostrando le foto dei bambini uccisi dai bombardamenti: studenti, artisti, atleti, civili, molti morti nel sonno.

La replica dell’ambasciatore israeliano Danny Danon è stata durissima: “Non hai vergogna, né tu né il tuo leader supremo, che da anni chiedete pubblicamente la distruzione di Israele e degli Stati Uniti. Basta teatrini: non siete vittime, siete i carnefici”. Poi l’avvertimento: “Israele non si fermerà, questa è una battaglia per il mondo intero. Se nessuno la combatterà, noi lo faremo”.

Washington minaccia, Vienna avverte

La linea americana è stata ribadita all’Onu anche da Dorothy Shea, ambasciatrice ad interim: “Non è troppo tardi, ma l’Iran deve interrompere completamente il programma di arricchimento dell’uranio e rinunciare all’arma atomica”. Secondo Shea, Teheran resta una minaccia diretta alla sicurezza mondiale.

Nel frattempo, l’Aiea ha lanciato un nuovo allarme. Il direttore generale Rafael Grossi ha identificato la centrale di Bushehr come il punto più critico: “È operativa. Un attacco diretto potrebbe causare un rilascio radioattivo di ampia portata”. Grossi ha però sottolineato che un’intesa è possibile: “Se ci sarà un accordo, l’Onu potrà garantire con ispezioni rigorose che l’Iran non costruirà mai armi nucleari”.

Due settimane, poi la scelta

Per ora, Trump lascia scorrere i negoziati. Ma l’autonomia di Israele, la debolezza dell’Europa e le minacce incrociate all’Onu fanno presagire un’escalation. La resa incondizionata è l’unico esito accettabile per Washington. Il conto alla rovescia è già cominciato.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure