
L’attacco statunitense contro l’Iran ha avuto immediati riflessi sulla sicurezza italiana. Da Sigonella ad Aviano, passando per Napoli, La Spezia e Ghedi, le basi militari americane in Italia sono state poste sotto stretta sorveglianza, mentre il Ministero dell’Interno ha attivato tutte le strutture di prevenzione. Il rischio è quello di una reazione terroristica asimmetrica, in particolare da parte di lupi solitari, giovani radicalizzati in rete, difficilmente intercettabili prima del gesto violento.
Nel mirino non ci sono soltanto le installazioni militari. L’allerta riguarda anche porti e aeroporti, con l’arrivo previsto di decine di migliaia di turisti statunitensi, e il Vaticano, reso ancora più sensibile dalla presenza del Papa americano, Leone XIV. La sicurezza è stata rafforzata intorno alle ambasciate, alle sinagoghe, ai palazzi governativi e in tutti i punti considerati “sensibili”. in questo momento sono stati rafforzati i controlli in Vaticano.
I siti militari sotto controllo: ecco dove sono
Secondo una stima aggiornata, nel nostro Paese operano circa 12mila militari statunitensi. I presidi principali sono situati a Napoli, La Spezia, Sigonella in Sicilia, Aviano in Friuli Venezia Giulia, Motta di Livenza, Camp Ederle in Veneto, Camp Darby vicino Pisa, Gaeta nel Lazio, Solbiate Olona nel Varesotto e Ghedi in provincia di Brescia. Alcune di queste basi hanno una funzione logistica, altre ospitano forze operative, e tutte sono ora protette da misure di sicurezza rafforzate.
Le autorità non segnalano minacce concrete e dirette, ma proprio l’assenza di indicatori espliciti rende la fase attuale ancora più delicata. Gli analisti temono che piccoli gruppi o singoli individui possano colpire obiettivi occidentali in nome della vendetta per Teheran, sfruttando la visibilità internazionale dell’Italia in questo momento.
Riunioni d’emergenza a Roma con intelligence e forze dell’ordine
Alle ore 12 è stata convocata una riunione straordinaria del Casa, il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, organismo tecnico che monitora e coordina le misure di prevenzione. Nel pomeriggio, alle 16, si terrà invece il Cnosp, il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Alla riunione parteciperanno i vertici dell’intelligence, delle forze di polizia e delle forze armate. L’obiettivo è valutare il quadro aggiornato, individuare i potenziali scenari di rischio e intervenire dove necessario, sia in termini operativi sia di comunicazione pubblica. La strategia resta quella della massima vigilanza preventiva, anche in assenza di rivendicazioni.
Alta attenzione anche in ambito civile e religioso
A destare particolare attenzione sono anche gli eventi di massa, i luoghi di culto e gli appuntamenti religiosi che possono attirare l’attenzione mediatica internazionale. La presenza di un pontefice statunitense, per la prima volta nella storia, ha acceso un ulteriore faro sulla sicurezza vaticana.
I servizi di intelligence, in stretto raccordo con le forze di polizia e i reparti speciali, hanno previsto un’intensificazione dei controlli e della presenza visibile sul territorio. La priorità è evitare ogni effetto emulativo legato alla propaganda jihadista o a quella filo-iraniana, in un contesto internazionale segnato da tensione crescente.