
C’è una strana atmosfera che avvolge questo 2025. Una tensione latente, una sensazione di precarietà globale che aleggia tra i bollettini di guerra, le notizie su cataclismi ambientali e l’eco sempre più inquietante di nuove epidemie. È come se il mondo si stesse muovendo lungo un sentiero già tracciato, un sentiero oscuro, segnato da una profonda instabilità.
A guardare bene, alcuni direbbero che non è solo una coincidenza. Che tutto questo era già stato previsto, in tempi lontani, da un personaggio che ancora oggi alimenta il dibattito tra scetticismo e fascinazione.
Chi era davvero Nostradamus?
Michel de Nostredame, meglio conosciuto come Nostradamus, è stato un medico, astrologo e scrittore francese vissuto nel XVI secolo. Celebre per le sue enigmatiche quartine, raccolte nel libro Les Prophéties, pubblicato nel 1555, ha lasciato ai posteri una lunga serie di predizioni che molti, nel corso dei secoli, hanno cercato di decifrare. La sua fama non si è mai spenta, anzi: nei momenti di maggiore crisi, le sue profezie tornano a circolare con forza, attirando l’attenzione di chi cerca risposte nel passato per comprendere il presente.

Il 2025 secondo Nostradamus: un anno di guerra e catastrofi
E proprio tra le sue quartine, secondo numerosi studiosi ed esegeti, si nasconderebbero presagi inquietanti sul nostro tempo. In particolare sul 2025, un anno che Nostradamus avrebbe dipinto come segnato da nuove guerre, catastrofi naturali e un’escalation di tensioni planetarie.
Una delle profezie più citate fa riferimento a un “nuovo fuoco che cadrà dal cielo” e a “guerre scoppiate in terre aride e fertili”, simboli che molti interpretano come riferimenti al conflitto in corso tra Israele e Iran, un conflitto che rischia seriamente di espandersi ben oltre i confini mediorientali.
Israele-Iran: il fulcro del disastro annunciato
La recente escalation tra Tel Aviv e Teheran, con le reciproche minacce nucleari, il coinvolgimento delle grandi potenze e l’ombra di un possibile intervento internazionale, sembra ricalcare alla perfezione lo scenario delineato da Nostradamus: un’escalation militare che parte da un punto focale e si propaga a macchia d’olio, coinvolgendo nazioni e ideologie.
La quartina in questione parla anche di “regni orientali in fiamme” e di “un Occidente diviso e in lotta contro se stesso”, alludendo forse a un’Europa paralizzata da contrasti interni e agli Stati Uniti incerti sul da farsi, schiacciati tra vecchie alleanze e nuovi interessi geopolitici.

Una nuova piaga sull’Europa?
Ma le profezie per il 2025 non si limitano alla guerra. Nostradamus avrebbe parlato anche di una “plaga antica” che tornerà a colpire l’Europa. Alcuni la leggono come un riferimento a una nuova epidemia, una malattia destinata a mettere in ginocchio il Vecchio Continente.
Dopo il trauma globale della pandemia di Covid-19, l’eventualità di una nuova crisi sanitaria appare ancora più spaventosa, e le autorità europee si stanno già attrezzando per fronteggiare possibili minacce biologiche, sia di origine naturale che artificiale.
Amazzonia in ginocchio: un cataclisma annunciato
Altre visioni, ancora più criptiche, parlano dell’Amazzonia colpita da un “cataclisma acquatico”, con inondazioni e terremoti che devasterebbero la regione. Un’immagine apocalittica che, però, trova un’eco sorprendente nei dati attuali: il cambiamento climatico sta già mostrando i suoi effetti più violenti nella foresta pluviale sudamericana, tra incendi record, siccità mai viste prima e una crescente instabilità del terreno dovuta alla deforestazione selvaggia.
L’enigma dell’impero acquatico e dei culti oscuri
Infine, c’è una delle quartine più misteriose e perturbanti, quella che parla dell’“impero acquatico” e del risveglio di oscuri culti sotterranei. Frasi nebulose, certo, ma che hanno stimolato la fantasia di molti. Alcuni vi leggono l’allusione a un disastro marino, altri un ritorno di ideologie estreme, legate a riti e simbolismi antichi, pronte a prendere piede in un’epoca di paura e disorientamento.
Nel bene o nel male, Nostradamus continua a essere una presenza inquieta nella coscienza collettiva. Le sue parole, scolpite secoli fa, sembrano talvolta specchi del nostro tempo. Il 2025 potrebbe ancora smentirlo, o forse – e questa è la vera domanda – siamo noi, inconsapevolmente, a realizzare le sue profezie.