
Non le aveva mai incontrate, ma Charlene Kaufmann conosceva i loro nomi. Anastasia Trofimova, che il figlio le presentava come Stella, e la piccola Andromeda, la nipote nata nell’ottobre del 2024. Le due vittime del duplice omicidio di Villa Pamphili, uccise dal figlio Francis Kaufmann, erano una presenza lontana ma nota, almeno nei racconti frammentari che l’uomo faceva alla madre durante i contatti sporadici, dopo la sua fuga dagli Stati Uniti.
“Mio figlio viveva a Malta, aveva conosciuto una ragazza russa, Stella. Non era il suo genere, lui frequentava solo modelle e attrici. Ma speravo fosse felice», ha raccontato Charlene all’FBI durante l’interrogatorio del 17 giugno, riportato da La Repubblica. Il figlio si occupava di cinema, dice, e lei lo aiutava economicamente, inviandogli soldi. «So che dalla loro relazione è nata una bambina, Andromeda. Non so se fossero sposati, non sono stata invitata alla cerimonia. Ma so che vivevano insieme”.
La verità sul passato di Kaufmann
Le tracce del passato di Kaufmann, però, raccontano un’altra storia: quella di un uomo dalla doppia vita, violento, instabile, che in Italia avrebbe assunto almeno due alias, Rexal Ford e Matteo Capozzi, per integrarsi negli ambienti del cinema romano. Proprio con questo nome avrebbe ottenuto nel 2021 un finanziamento pubblico di quasi un milione di euro, sfruttando il tax credit per il film Stelle della notte, prodotto dalla Coevolutions Srl di Marco Perotti.
Le indagini, intanto, si concentrano su ciò che è accaduto nei giorni precedenti al macabro ritrovamento nel parco di Villa Pamphili, dove i corpi senza vita di Anastasia e Andromeda sono stati abbandonati. Per la Procura di Roma si tratta con ogni probabilità di un duplice omicidio. Non ci sono dubbi sulla morte della bambina, strangolata dal padre la sera prima del ritrovamento. Sulle cause del decesso della madre, invece, gli inquirenti restano cauti.
Il corpo nudo di Anastasia, avvolto in un telo nero, mostrava segni quasi impercettibili sulla carotide, compatibili con un soffocamento. Potrebbe essere stata uccisa con un cuscino o con lo stesso telo, ipotizzano gli investigatori. Secondo i rilievi, la morte risalirebbe ad almeno 5-7 giorni prima di quella della figlia. La Scientifica è al lavoro per cercare impronte o tracce biologiche sul telo, con l’obiettivo di consolidare la responsabilità di Kaufmann, che nel frattempo si trova in carcere in Grecia, dove era stato arrestato dopo la fuga.
Intanto dagli Stati Uniti, l’FBI ha trasmesso alla Procura di Roma una documentazione che rivela un profilo criminale pesante: cinque arresti per violenza domestica, una condanna a 120 giorni di carcere per aggressione con arma letale e gravi lesioni. Un passato inquietante, che oggi potrebbe fornire elementi determinanti per ricostruire la dinamica dei due omicidi.
Mentre gli inquirenti ricostruiscono movimenti e contatti del killer, Charlene resta un personaggio sospeso tra incredulità e rassegnazione. «Sapevo che mio figlio doveva andare in Grecia per un film. Invece è stato arrestato per aver ucciso la bambina». Un dramma familiare che diventa caso giudiziario internazionale, e che lascia dietro di sé due vite spezzate e troppe domande ancora senza risposta.