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Al Bano in Russia, la rabbia di Romina: “Non mi sembra né il luogo, né il momento di cantare Felicità”

Pubblicato: 23/06/2025 11:13
Al Bano Russia Romina Felicità

«Mi dissocio dalla canzone Felicità cantata in Russia. Non ho accettato di prendere parte a quel concerto. Non mi sembra né il luogo, né il momento di cantare Felicità». Sono bastate queste parole, pubblicate in una Instagram Story, per segnare la frattura pubblica tra Romina Power e Al Bano Carrisi, storica coppia della musica italiana, ma anche protagonisti — separati — di una vicenda che intreccia arte, diplomazia e memoria collettiva.
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Lui sul palco di San Pietroburgo, venerdì scorso, davanti a una folla acclamante. Lei, invece, a distanza, con una posizione netta e silenziosa, durata appena 24 ore ma sufficiente a far rumore. Perché, se per Al Bano quella esibizione è stata una scelta “di pace”, per Romina Power rappresenta un errore, inopportuno nei tempi e nei modi. E così una delle canzoni simbolo del loro repertorio, Felicità, è diventata terreno di conflitto simbolico, oltre che musicale.

Un palco condiviso con Iva Zanicchi

A salire sul palco accanto ad Al Bano, in sostituzione dell’ex moglie, è stata Iva Zanicchi, altra colonna della musica italiana. Anche per lei la decisione non è stata semplice: sul piatto della bilancia, da un lato, la riflessione sull’opportunità del gesto; dall’altro, il cachet e la visibilità. Alla fine ha accettato, offrendo la propria voce in un contesto che, per molti, ha significati politici e morali ben oltre il semplice spettacolo.

In una fase storica segnata da tensioni geopolitiche e una guerra ancora in corso, la presenza di artisti italiani in territorio russo rappresenta inevitabilmente un gesto che suscita reazioni contrastanti, soprattutto se si tratta di personalità pubbliche conosciute a livello internazionale. La scelta di Al Bano ha attirato critiche e polemiche, alle quali il cantante ha risposto senza mezzi termini.

La risposta di Al Bano: “È una fame di pace”

Di fronte a chi gli faceva notare l’inopportunità dell’esibizione, Al Bano ha replicato in modo deciso: «Le richieste di partecipazione al concerto hanno superato quota un milione e duecentomila, per una piazza che può contenere al massimo 130mila persone. Questo successo non è per la mia musica, ma rappresenta la fame di pace del popolo russo. E al diavolo le polemiche».

Il cantante ha ribadito che la sua è stata una scelta pensata e meditata: avrebbe potuto cantare altrove, ma ha deciso di rispondere alla chiamata russa già cinque mesi fa. E l’ha fatto, a suo dire, con uno scopo preciso: «Invocare la pace. Cantare la pace. Perché con la pace c’è vita. Con la guerra, molte mamme non rivedranno più i loro figli». Una posizione che, nelle sue parole, trasforma il concerto musicale in un gesto umanitario, un atto simbolico oltre l’arte.

Un cambio di rotta rispetto al passato

Eppure, non troppo tempo fa, la visione di Al Bano era molto diversa. In un’intervista di gennaio 2023, il cantante aveva dichiarato: «In Russia non tornerò finché non finisce questo periodo nero». E aggiungeva: «A Putin direi di chiudere le porte della guerra e aprire quelle della pace, così facendo si becca il titolo di nuovo Hitler». Parole forti, nette, che sembravano allinearsi con una visione critica dell’attuale leadership russa e della sua condotta internazionale.

Oggi, però, la sua prospettiva è cambiata, nonostante il conflitto persista. Una mutazione che alimenta ulteriormente il dibattito pubblico attorno al significato di partecipare a eventi culturali organizzati in un paese isolato a livello internazionale. Una trasformazione che, inevitabilmente, si scontra con chi — come Romina Power — sceglie la via del dissenso silenzioso, rifiutando l’idea che ci possa essere “felicità” in un contesto segnato dalla sofferenza e dalla guerra.

Felicità e dissonanze: una canzone diventata simbolo

In questo quadro, la canzone Felicità assume un valore ambivalente. Scritta e interpretata negli anni ’80 dalla coppia Carrisi-Power, è diventata sinonimo di leggerezza e spensieratezza, portando il duo alla notorietà mondiale. Oggi, però, quel brano si carica di significati diversi: non più solo una melodia popolare, ma un simbolo controverso, in bilico tra nostalgia e attualità.

Il gesto di Romina Power, seppur rapido e discreto, mostra quanto la cultura popolare possa diventare strumento di presa di posizione politica, anche senza dichiarazioni esplicite. Il suo “no” all’esibizione in Russia è una scelta che parla di coerenza personale, di lettura etica dei contesti, e soprattutto di limiti: quelli che anche l’arte, in certi casi, deve saper riconoscere.

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