
In seguito all’attacco iraniano contro le basi americane in Siria e Qatar, il Viminale ha diramato una circolare riservata ai prefetti e ai vertici delle forze dell’ordine contenente una serie di misure rafforzate di sicurezza su tutto il territorio nazionale.
L’obiettivo: innalzare il livello di vigilanza e prevenzione in un contesto geopolitico improvvisamente reso più incandescente. L’Italia, pur non essendo direttamente coinvolta nell’operazione militare, è consapevole di rappresentare un nodo sensibile all’interno della rete strategica occidentale, sia per la presenza di basi USA e comandi NATO, sia per il ruolo di crocevia del Mediterraneo.

Le disposizioni del Viminale
Le disposizioni trasmesse dal Ministero dell’Interno prevedono innanzitutto un potenziamento immediato delle misure di sicurezza attorno agli obiettivi sensibili americani sul suolo italiano: ambasciate, consolati, centri culturali, installazioni militari e logistiche. Particolare attenzione viene riservata anche ai comandi NATO dislocati nel Paese, considerati possibili bersagli simbolici in caso di escalation o ritorsioni.
Ma non è solo il perimetro militare a essere oggetto di un’attenzione rafforzata. Il Viminale ha sollecitato i prefetti a procedere con una puntuale ricognizione delle infrastrutture critiche – reti energetiche, snodi della mobilità, hub digitali – per valutare la tenuta delle misure di protezione in essere e predisporre eventuali integrazioni. Il rischio, paventato ma non sottovalutato, è quello di attacchi dimostrativi, azioni di sabotaggio o cyber intrusioni da parte di soggetti ostili o cellule radicalizzate presenti sul territorio.
Un’ulteriore direttiva riguarda i flussi civili legati alla presenza americana e israeliana nel Paese. È stata infatti ordinata la predisposizione di controlli meticolosi nei principali scali aeroportuali e ferroviari, soprattutto in corrispondenza di transiti che coinvolgano turisti statunitensi e membri delle comunità ebraiche. L’attenzione si concentra sui grandi hub come Fiumicino, Malpensa, Venezia, Napoli e sulle stazioni di snodo da Roma a Milano, dove è più alta la probabilità di movimenti organizzati o eventi a rischio.
Non manca, infine, l’attenzione sul fronte interno. Il Viminale invita a monitorare da vicino le dinamiche delle aree sociali più sensibili, con particolare riferimento ai movimenti antimilitaristi, ai collettivi antagonisti e all’estrema sinistra. Non si esclude infatti l’organizzazione di manifestazioni spontanee o cortei contro l’intervento americano, in grado di degenerare in tensioni o scontri, specie in contesti urbani già esposti a criticità.

Tra strategia e timori, l’Italia si scopre esposta
La circolare, pur mantenendo un tono di allerta prudente, fotografa un Paese che si prepara a fronteggiare le ripercussioni indirette di una crisi internazionale esplosiva. L’Italia si muove con la consapevolezza di non essere un semplice spettatore: le sue città, le sue basi, i suoi snodi strategici possono diventare teatro di tensioni, proprio perché inseriti nel mosaico più ampio dell’alleanza atlantica. L’allerta è alta. E questa volta, non si tratta di esercitazioni.