
Altro che difensori in campo: a marcare stretto Francesco Totti, stavolta, è il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Il primo cittadino ha infatti deciso di rilanciare l’azione legale contro l’ex numero dieci della Roma per un presunto abuso edilizio nella sua villa all’Axa, quartiere residenziale alle porte della Capitale. Un’accusa che arriva da un’amministrazione che, pur dichiaratamente tifosa giallorossa, non sembra voler fare sconti a chi infrange le regole.
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Al centro della disputa urbanistica c’è un deposito di 60 metri quadrati costruito nei pressi della piscina privata della villa di Totti. Secondo il Campidoglio, quella struttura non rispetterebbe le normative vigenti e, in quanto tale, dovrebbe essere demolita. Un contenzioso che affonda le sue radici nel 2016, ma che ha ripreso slancio con un nuovo ricorso presentato lo scorso febbraio dal Comune davanti al Consiglio di Stato.

Una villa da sogno al centro della contesa
L’abitazione di Francesco Totti nel quartiere Axa non passa certo inosservata. Circondata da verde e privacy, si estende su oltre 460 metri quadrati distribuiti in 30 vani, con tanto di piscina, comfort di lusso e un valore di mercato stimato oltre i 2,5 milioni di euro. Ma il nodo della questione non è l’eleganza della residenza principale, bensì la struttura secondaria, considerata una sorta di “magazzino”, costruita in prossimità della vasca azzurra.
Secondo l’amministrazione capitolina, quella porzione sarebbe fuori norma. Ed è per questo che, nonostante una prima vittoria legale di Totti davanti al Tar del Lazio, l’amministrazione ha deciso di andare avanti e portare il caso davanti ai giudici di secondo grado, puntando a ribaltare la decisione favorevole all’ex calciatore.

Dal Tar al Consiglio di Stato: la battaglia prosegue
Il primo “fischio d’inizio” della vicenda risale a quasi dieci anni fa, con una notifica da parte degli uffici tecnici del Comune che segnalava l’irregolarità dell’opera. Dopo una lunga fase fatta di perizie, rilievi e consulenze, il Tar del Lazio ha annullato il provvedimento sanzionatorio, dichiarando la legittimità del deposito.
Ma il Comune non ha voluto fermarsi al primo verdetto. Secondo i legali del Campidoglio, infatti, nel corso del procedimento ci sarebbe stato un errore tecnico che avrebbe compromesso la difesa istituzionale: con il passaggio dal cartaceo al processo telematico, una notifica errata avrebbe impedito agli avvocati del Comune di esporre la propria tesi in aula. Un errore procedurale che, a loro dire, avrebbe lasciato Totti “a porta vuota”.
Proprio su questo aspetto si concentra l’impugnazione presentata al Consiglio di Stato, che il prossimo 8 luglio sarà chiamato a pronunciarsi in via definitiva sulla questione. Un verdetto molto atteso, anche per il suo valore simbolico all’interno del dibattito cittadino sul tema degli abusi edilizi.
L’impegno del sindaco tra legalità e contraddizioni
L’atteggiamento del sindaco Roberto Gualtieri, che ha deciso di continuare a perseguire l’ex capitano sul fronte legale, è diventato oggetto di discussione. Da una parte, la fermezza nel perseguire una violazione urbanistica da parte di un volto noto della città. Dall’altra, la contraddizione politica di una Giunta che viene accusata da più parti di lassismo nei confronti di altre forme di abusivismo, come l’occupazione di alloggi popolari o l’illegalità diffusa in certe periferie romane.
In questo contesto, il caso Totti diventa qualcosa di più di una semplice questione amministrativa. Si trasforma in una partita politica e mediatica, nella quale il pressing del Campidoglio assume i contorni di una vera e propria sfida istituzionale. A rendere ancora più singolare la vicenda è il fatto che lo stesso Gualtieri, tifoso romanista dichiarato, si trovi ora nella posizione di marcare stretto uno degli idoli assoluti della storia giallorossa.

Un altro fronte aperto per l’ex Re di Roma
Per Francesco Totti, questa nuova controversia legale si aggiunge a una fase già complicata sul fronte personale e giudiziario. Dopo la lunga e mediatica battaglia per la separazione da Ilary Blasi, l’ex calciatore si ritrova di nuovo in tribunale, stavolta per difendere la regolarità edilizia del proprio rifugio nella cosiddetta “Beverly Hills” di Roma.
Un’area residenziale esclusiva tra Casal Palocco e Infernetto, abitata da vip, professionisti e famiglie dell’alta borghesia, dove la privacy è considerata sacra e i metri quadrati costruiti hanno un valore enorme. Ed è proprio lì che, mentre continua a mantenere un profilo pubblico legato a sport, imprenditoria e famiglia, Totti si gioca una partita diversa: quella con il diritto amministrativo.