
L’escalation di tensioni in Medio Oriente torna a farsi sentire pesantemente sui portafogli degli italiani: l’attacco degli Stati Uniti all’Iran e le minacce di Teheran di chiudere lo Stretto di Hormuz hanno innescato un nuovo balzo del prezzo del greggio. E così, inevitabilmente, anche i carburanti toccano nuovi massimi, con la benzina in autostrada che in molti casi sfonda quota 2,3 euro al litro.
Prezzi in crescita ovunque, allarme sulle autostrade
Secondo i dati elaborati da Staffetta Quotidiana, venerdì i listini dei prodotti raffinati avevano già chiuso in forte calo, ma troppo poco per compensare gli aumenti dei giorni precedenti. Risultato: i prezzi medi praticati alla pompa sono volati ai livelli di inizio aprile.
Ecco la fotografia aggiornata su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,748 euro/litro, diesel self a 1,670, benzina servita a 1,886, diesel servito a 1,806. A registrare un lieve ribasso è solo il Gpl, mentre metano e Gnl proseguono la risalita.

Ma è lungo le autostrade che i portafogli tremano davvero: la verde in modalità self sfiora i 2 euro al litro, mentre al servito tocca e in diversi casi supera i 2,3 euro, come denuncia il Codacons. Sulla A4 Milano-Brescia, per esempio, un distributore vende benzina a 2,389 euro/litro, gasolio a 2,284. Non si tratta di medie, ma di picchi locali che però danno la misura dell’impennata in corso.
Il greggio protagonista: occhi puntati su Hormuz
Alla base di questa nuova fiammata c’è la guerra innescata dal doppio fronte Usa-Israele contro l’Iran. L’allarme principale riguarda lo Stretto di Hormuz, passaggio strategico attraverso cui transita il 25% del greggio mondiale e circa un quinto del Gnl consumato a livello globale. Solo l’Iran fa passare ogni giorno due milioni di barili.
Dal primo giugno, il petrolio WTI è già salito del 23%, il miglior rialzo mensile dal novembre 2020. Attualmente quota 74,10 dollari al barile, in lieve crescita (+0,4%). Il Brent segue a 77,34 dollari, mentre anche il gas naturale ad Amsterdam guadagna il 2%, portandosi a 41,80 euro/MWh.
Consumatori preoccupati: “Vigilare su speculazioni”
Di fronte a questi rincari, le associazioni dei consumatori chiedono controlli rigorosi per evitare fenomeni speculativi. Il Codacons invita il governo a “monitorare quotidianamente i prezzi” e a valutare misure di contenimento, se l’emergenza dovesse prolungarsi.
Intanto, chi viaggia in auto farebbe bene a controllare i prezzi sul sito del ministero del Made in Italy e pianificare rifornimenti lontano dai tratti autostradali: anche pochi centesimi risparmiati a litro possono fare la differenza. E con l’estate alle porte, la stangata sulla benzina rischia di diventare l’ennesima tassa occulta sulle vacanze.