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Addio Alvaro Vitali, simbolo degli anni Settanta e di un’Italia che sapeva prendersi meno sul serio

Pubblicato: 24/06/2025 20:58

Alvaro Vitali, uno dei volti più iconici del cinema italiano degli anni ’70 e ’80, ci ha lasciati oggi nel tardo pomeriggio a Roma. La notizia della sua scomparsa, a 75 anni, è arrivata dopo due settimane di ricovero dovute a una broncopolmonite recidiva, come confermato dalla ex moglie Stefania Corona. Un addio che segna la fine di un’epoca di risate leggere e spensieratezza, un’epoca in cui la comicità italiana sapeva parlare al grande pubblico con semplicità e irriverenza.

Nato il 3 febbraio 1950 nella Capitale, Vitali proveniva da origini umili e iniziò la sua vita lavorando come elettricista. Il suo incontro con Federico Fellini fu il primo passo verso la notorietà: il maestro lo volle nei suoi film più celebri, da “Satyricon” a “Amarcord”. Questi ruoli da comparsa non facevano ancora intuire che Vitali sarebbe diventato un simbolo di un cinema popolare, capace di portare il sorriso nelle case degli italiani.

Il vero successo arrivò però con la commedia sexy all’italiana, un genere che negli anni ’70 e ’80 dominava le sale e rifletteva un’Italia che iniziava a prendersi meno sul serio. Vitali divenne famoso per il personaggio di “Pierino”, il ragazzino birichino e un po’ sfrontato, protagonista di film cult come “Pierino contro tutti”, “Pierino medico della SAUB” e “Pierino colpisce ancora”. Questi film, anche se spesso criticati dalla critica, incarnavano il desiderio di evasione di un pubblico in cerca di leggerezza.

L’immagine di Vitali era quella di un clown degli anni ’70, capace di far ridere con una comicità semplice, fatta di gag, doppi sensi e situazioni comiche che oggi potrebbero sembrare datate, ma che allora rappresentavano uno spaccato della società italiana più disinvolta e meno formale. Era un tipo di umorismo che si prendeva poco sul serio e regalava sollievo in tempi spesso difficili.

Con la fine del filone sexy, Vitali non sparì dal mondo dello spettacolo. Continuò a far sorridere il pubblico attraverso partecipazioni televisive, soprattutto con le sue parodie nella nota trasmissione “Striscia la notizia”. La sua capacità di reinventarsi e di adattarsi ai nuovi tempi ha permesso di mantenere viva la sua presenza nel panorama dello spettacolo italiano, conquistando nuove generazioni.

Oggi, la sua morte richiama alla mente un’Italia diversa, più leggera e spensierata, in cui ridere significava anche liberarsi dalle tensioni sociali e politiche. Vitali era l’emblema di un’epoca in cui il cinema e la comicità erano un balsamo per l’anima di un paese che cercava di guardare al futuro senza troppe complicazioni.

L’eredità lasciata da Alvaro Vitali è quella di un artista capace di incarnare la commedia popolare italiana con umanità e spontaneità. Non solo un attore, ma un simbolo di un modo di fare cinema che non ha mai avuto paura di mostrare i suoi difetti, le sue contraddizioni e la sua voglia di divertirsi.

Il vuoto lasciato dalla sua scomparsa è dunque doppio: da un lato, quello di un attore amatissimo; dall’altro, quello di un’Italia che, forse, oggi fatica a ritrovare quella leggerezza e quel sorriso semplice che Vitali ha rappresentato per decenni. Il suo addio ci invita a ricordare un tempo in cui ridere era un gesto quasi rivoluzionario, capace di unire generazioni e cancellare le differenze.

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