
Se qualcuno, in queste ore di allerta terrorismo ai massimi livelli, pensa di dormire sonni tranquilli, forse cambierebbe idea sapendo a chi è stato consegnato uno dei dossier più delicati della sicurezza americana: un ragazzo di 22 anni, Thomas Fugate, curriculum da ex imbustatore al supermercato e zero ore di esperienza sul campo. Ma, si sa, nell’America di Donald Trump conta di più la fedeltà al leader che un decennio tra analisti e rapporti classificati.
Carriera lampo, dal cappellino Maga alla scrivania del CP3
Fugate è il protagonista di questa favola surreale a stelle e strisce. Laurea in studi politici, massimo dei voti, cappellino rosso Maga fin dall’adolescenza e selfie da attivista sorridente sotto i palchi di Trump. Poi, la nomina: senza concorso, senza trafila, senza neanche la parvenza di un iter di selezione serio, almeno stando a ProPublica, che ha scoperchiato il caso.
Ora, il giovane trumpiano siede a capo del CP3, il Center for Prevention Programs and Partnerships: diciotto milioni di dollari di budget e la missione, almeno sulla carta, di prevenire radicalizzazioni e segnalare sospetti di estremismo. Peccato che, nel frattempo, l’amministrazione abbia ridotto il personale da 80 a 20 unità e abbia anche tolto dal radar la minaccia dell’estremismo di destra, cioè la vera polveriera interna, come mostrano le statistiche degli ultimi anni.

Una poltrona da esperto per uno stagista?
A chi prova a mettere insieme le parole “competenza” e “lotta al terrorismo“, la nomina suona come uno sberleffo. Un ricercatore vicino al CP3, tra sarcasmo e disperazione, l’ha buttata sul ridere: “Magari è un Doogie Howser del contro-terrorismo, chissà…”. Ma nessuno ride davvero, se si contano sei attentati solo nelle ultime otto settimane – l’ultimo, l’uccisione di due funzionari israeliani nel cuore di Washington.
E mentre l’ex presidente Prodi avverte che “dopo l’attacco Usa all’Iran si apre un periodo ad altissimo rischio“, Trump continua a sistemare fedelissimi. Dalla busta della spesa alla bandiera americana sullo sfondo di un ufficio di massima sicurezza, Fugate è l’ennesimo simbolo di un certo metodo: promuovere la lealtà cieca al posto delle competenze. Una scelta che, in tempi normali, farebbe sorridere. Oggi, con l’allerta attentati, fa tremare.