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Alvaro Vitali, quell’ultimo dolore. Il tradimento della moglie: ecco con chi, lo aveva rivelato lui

Pubblicato: 24/06/2025 21:38

È morto Alvaro Vitali, il volto più amato della commedia sexy all’italiana, l’attore che aveva fatto ridere intere generazioni con il personaggio di Pierino, ma che negli ultimi mesi aveva smesso di farlo anche con se stesso. A 75 anni, ricoverato da due settimane in un ospedale romano per una broncopolmonite recidiva, Alvaro si è spento nel tardo pomeriggio del 24 giugno. Accanto a lui non c’era più quella donna che aveva condiviso con lui 27 anni di vita e spettacoli, Stefania Corona, che aveva scelto un’altra strada, e un altro uomo.

Il vero dolore, per Vitali, non era solo fisico. Era sentirsi tradito. Non tanto dalla malattia, ma da quella che aveva chiamato “la mia roccia”, la compagna che aveva scelto di lasciarlo per un uomo che frequentava la loro casa ogni giorno: Antonio, l’autista che li accompagnava agli spettacoli, che faceva la spesa e metteva ordine tra le mura domestiche. “Mi hai lasciato per lui, quello che ci portava in giro e che ti faceva sentire importante”, scriveva l’attore in una lunga lettera apparsa sul settimanale DiPiù.

Con parole intrise di malinconia e disperazione, Alvaro si chiedeva: “Può una ‘cottarella di stagione’ cancellare 27 anni di amore?”. Non riusciva a capacitarsi di come una relazione lunga e condivisa potesse finire per un’infatuazione nata dentro casa. In quella lettera, l’attore provava anche a difendersi dalle accuse ricevute: “Sono sempre stato presente, per quanto potevo. Non ci è mai mancato un piatto in tavola, grazie a Pierino siamo andati avanti con dignità. E allora, perché mi attacchi?”.

Stefania, ospite a La volta buona, aveva invece risposto con distacco, leggendo in diretta la lettera e chiudendo ogni possibilità: “No, grazie”. Aveva poi affermato che Alvaro cercava il suo sostegno solo “per comodità”, non per amore. Ma Vitali aveva replicato anche a questo, con la dolcezza e la fragilità di un uomo che soffre: “Tu eri mia moglie, chi dovevo cercare quando stavo male? Su chi dovevo contare dopo ogni ricovero? Se un giorno starai tu in difficoltà, io ci sarò. Perché ti amo ancora”.

Tra una dichiarazione e l’altra, emergeva la verità emotiva di Vitali: il suo cuore, diceva, “non è più amato, ma compatito”. Sentiva che il sentimento della moglie si era trasformato in qualcosa di freddo, distante, quasi imbarazzato. Eppure, nel suo stile diretto e popolare, riusciva a lanciare accuse e carezze nello stesso paragrafo: “Ti sei dimostrata crudele, ma non riesco a smettere di volerti bene”.

Antonio, l’uomo che aveva “rubato” il cuore di Stefania, era stato introdotto nella vita della coppia proprio da Alvaro. “Lo avevo fatto per te, per aiutarti. Mi sembrava una brava persona, diceva di aver sofferto per la sua famiglia distrutta. E invece ha distrutto la nostra”. In quelle parole, nessuna rabbia urlata, ma una delusione profonda, quasi ingenua, come quella di un bambino che scopre per la prima volta il tradimento.

Ma anche nell’ultima fase della sua vita, Alvaro Vitali aveva scelto la tenerezza come ultimo gesto. Nonostante tutto, chiedeva un’altra possibilità: “Quando ci siamo conosciuti, tu eri la mia cura. Ero depresso, dimenticato dal cinema. Con te ho ritrovato il palco e la voglia di sorridere. Non buttiamo via tutto. Torniamo insieme”. Parole che oggi suonano come l’ultimo atto di una sceneggiatura amara e reale, in cui il comico è rimasto solo, ma sincero fino alla fine.

Alvaro Vitali non è morto soltanto come personaggio simbolo di un’Italia più leggera, ma anche come uomo che ha creduto fino all’ultimo nell’amore, anche quando tutti gli altri lo avevano già archiviato. L’ironia, per lui, era una forma di resistenza. Ma l’ultima scena, quella più dolorosa, l’ha recitata senza copione e senza applausi. Lasciando un vuoto che va ben oltre lo schermo.

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