
Il matrimonio veneziano di Jeff Bezos con Lauren Sánchez si è trasformato da favola esclusiva a caso politico. La festa conclusiva della tre giorni di celebrazioni non si terrà più alla Scuola Grande della Misericordia, come inizialmente previsto, ma all’Arsenale. Una decisione dettata dalla necessità di evitare tensioni con i residenti e le associazioni ambientaliste che hanno promesso proteste clamorose. Il colosso dell’e-commerce, insomma, ha dovuto fare un passo indietro: Venezia, almeno per una volta, ha detto no.
Leggi anche: Allarme sicurezza in Italia, rafforzate le misure: ecco perché e in quale città
La protesta “No Space for Bezos” cambia i piani del magnate
Il cambio di programma è stato annunciato tra l’esultanza degli attivisti del fronte No Space for Bezos, una piattaforma composta da sigle eterogenee ma unite dalla volontà di contrastare i simboli del potere economico globale. Tra i portavoce, Tommaso Cacciari ha dichiarato con ironia: “Questa è una vittoria a tavolino per 3-0. Chi se lo aspettava che quattro scappati di casa, come ci hanno definito, riuscissero a cambiare l’agenda di uno degli uomini più ricchi del pianeta?”.
Secondo gli attivisti, la conferma della manifestazione del 28 giugno resta valida: “La periferia la lasciamo a loro, noi ci prendiamo il centro di Venezia”, ha aggiunto Cacciari, sottolineando che il messaggio politico della mobilitazione supera la semplice protesta contro un evento mondano.

Lo striscione gigante e il messaggio a chi può “affittare” Venezia
A fare da preludio alla manifestazione, ieri è andata in scena un’azione dimostrativa eclatante in Piazza San Marco: attivisti di Greenpeace Italia e del collettivo britannico Everyone Hates Elon (una chiara allusione a Elon Musk) hanno srotolato uno striscione di 400 metri quadrati con la scritta: “If you can rent Venice for your wedding, you can pay more tax”. Il riferimento è diretto: se puoi permetterti di affittare Venezia per un matrimonio, allora puoi contribuire di più al sistema fiscale.
Simona Abbate, portavoce di Greenpeace, ha accusato Bezos di rappresentare “un modello economico e sociale che sta conducendo il pianeta verso il collasso”. Secondo l’attivista, lo stile di vita dei miliardari è incompatibile con l’urgenza della crisi ambientale e le disuguaglianze che essa accentua.
Politica divisa tra dignità e turismo di lusso
L’evento ha diviso anche la politica italiana. Angelo Bonelli, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, ha parlato di un’offesa “alla dignità delle persone, all’ambiente e alla nostra cultura”. Una critica netta verso la spettacolarizzazione di uno dei luoghi più fragili e simbolici del Paese.
Di parere opposto Lino Ricchiuti, in quota Fratelli d’Italia, che ha replicato difendendo il ruolo del turismo di qualità e degli eventi internazionali per l’economia veneziana: “Venezia vive anche grazie a chi decide di investire in eventi prestigiosi”, ha dichiarato.

Un matrimonio da 15 milioni tra lusso e riservatezza
Nonostante le proteste, la macchina organizzativa procede. Il costo complessivo dell’intera operazione si aggira attorno ai 15 milioni di euro. Solo il pranzo di nozze ha un valore stimato di mille euro a persona, senza contare le suite prenotate nei più iconici hotel veneziani per circa 200 ospiti.
Il primo jet privato, partito da Londra Luton, è atteso per oggi, mentre sulla lista degli arrivi circolano indiscrezioni non confermate su Ivanka Trump, figlia dell’attuale presidente degli Stati Uniti. Si vocifera che, se presente, potrebbe poi visitare gli stabilimenti della Ferrari a Maranello, ma nulla è stato ufficialmente comunicato per motivi di sicurezza.
Donazioni al posto dei regali e una classifica in calo
In linea con una certa sensibilità pubblica, Jeff Bezos ha chiesto agli ospiti di non portare regali, preferendo destinare tre donazioni ad altrettante realtà veneziane impegnate nella tutela della laguna. Un gesto simbolico, ma che non basta a placare le polemiche.
Intanto, secondo il monitoraggio aggiornato di Forbes, Bezos continua a scendere nella classifica dei miliardari più ricchi al mondo, attestandosi attualmente al quarto posto. Un dettaglio che non incide certo sul potere economico del fondatore di Amazon, ma che aggiunge un elemento di lettura alle tensioni sollevate dalla sua presenza a Venezia.
Mentre la città si prepara alla manifestazione e al gran finale del matrimonio, il messaggio lanciato da attivisti e cittadini è chiaro: Venezia non è un salotto in affitto, ma una città viva, con una storia e un’identità che meritano rispetto.