
Certe morti non trovano pace nemmeno col passare dei mesi. Restano sospese, inchiodate al dubbio. E mentre la vita sembra andare avanti, ci sono famiglie che vivono in attesa di una verità che non arriva mai del tutto. È il caso di una vicenda che, dal principio, ha lasciato troppe zone d’ombra. Una caduta da una scogliera, un corpo ritrovato tra gli scogli, e una domanda che torna come un’ossessione: è stato un incidente, un suicidio o qualcosa di molto più grave?
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I fatti e una seconda autopsia che cambia le carte
A quasi un anno dalla tragedia, si fa strada una nuova pista: potrebbe essere stato spinto. È questa l’ipotesi che ora prende corpo nella Procura di Napoli, dove il pubblico ministero Silvio Pavia, con il supporto della Squadra Mobile, ha deciso di allargare il campo delle indagini. Non solo più incidente o suicidio, ma anche omicidio: un’accusa pesante, che apre a scenari inquietanti.
Il corpo ritrovato ai Giardini di Augusto
Il corpo senza vita di Luca Canfora, costumista impegnato sul set del film Parthenope di Paolo Sorrentino, venne ritrovato il 1° settembre 2023 da un canoista. Era adagiato sugli scogli sotto i Giardini di Augusto, a Capri, dove il giorno precedente si erano svolte le riprese di una scena che ricostruiva il suicidio del fratello della protagonista. Un dettaglio, questo, che inizialmente aveva rafforzato l’ipotesi del gesto volontario.

Dall’esposto della famiglia all’ipotesi di spinta
Ma qualcosa non tornava. Le fratture riscontrate nella prima autopsia non convincevano i familiari di Canfora. Troppe discrepanze rispetto alla dinamica di una semplice caduta. Così, la famiglia ha presentato un esposto, chiedendo che si facesse piena chiarezza. E da lì, l’inizio di nuovi accertamenti: riesumazione del corpo, una seconda autopsia e sopralluoghi approfonditi, l’ultimo dei quali è avvenuto un mese fa proprio sull’isola.
Le immagini della videosorveglianza
Un altro elemento chiave sono le immagini di videosorveglianza registrate nella giornata delle riprese. Si vede Canfora entrare nei Giardini di Augusto, ma non uscirne mai. Nessuna traccia, nessun movimento successivo, solo un’assenza improvvisa e totale. Un dettaglio che rende ancora più fragile l’ipotesi del suicidio, e alimenta la possibilità che qualcuno possa aver agito nell’ombra, approfittando di un momento di isolamento.

Un set, una morte e troppe domande
La vicenda si è consumata durante le riprese di un film che racconta una giovinezza, una città, una tragedia. Ma la realtà ha superato la sceneggiatura. Il set di Parthenope si è trasformato in uno scenario drammatico, dove la finzione ha lasciato spazio al sangue, e la macchina da presa si è spenta davanti a una morte vera, definitiva. Luca Canfora, professionista esperto e stimato, lavorava da anni nel mondo del cinema. La sua presenza sul set era discreta ma fondamentale. La sua scomparsa ha lasciato attoniti colleghi, amici e una famiglia che oggi non vuole silenzio, ma risposte.
La nuova direzione dell’inchiesta
Gli inquirenti proseguono ora con ulteriori indagini. L’ipotesi dell’omicidio non è più solo un’eventualità remota, ma un fronte aperto. Non sono esclusi sviluppi nelle prossime settimane, mentre si continua ad analizzare ogni elemento raccolto: testimonianze, immagini, dettagli tecnici. La verità potrebbe trovarsi proprio in uno di questi frammenti, ancora da ricomporre.
Una famiglia che chiede verità
Intanto, la famiglia di Luca Canfora continua ad attendere. In silenzio, ma con determinazione. Vogliono sapere cosa sia successo davvero in quel pomeriggio di fine estate. Vogliono capire se il loro caro è morto per un tragico errore, un gesto estremo o un atto violento. E soprattutto, vogliono che nessun dubbio resti senza risposta. Perché ogni verità rimandata è un’altra ferita che non si chiude.