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Iran, il piano del Mossad: chi può abbattere dall’interno il regime degli Ayatollah

Pubblicato: 24/06/2025 13:42

Chi potrebbe davvero dare la spallata decisiva al regime degli ayatollah? A quanto pare non solo i droni israeliani o le bombe dal cielo. Secondo un’inchiesta del Washington Post, il Mossad si muove anche nelle retrovie, puntando a indebolire l’esercito e a seminare dubbi tra i vertici militari di Teheran.

L’audio minaccia: “Siamo più vicini delle tue vene”

Un audio pubblicato dal quotidiano americano porta a conoscenza di una telefonata scioccante. Un uomo dell’intelligence israeliana chiama in persiano un generale iraniano: “Ti chiamo da un Paese che ha mandato Bagheri, Salami, Shamkhani all’inferno. Hai 12 ore per fuggire con la tua famiglia oppure finirai nella nostra lista. Siamo più vicini delle tue vene del collo”.

Il generale, intimorito, chiede cosa deve fare. L’israeliano risponde: “Fai un video in cui dici che non sostieni più il regime e mandalo su Telegram“. Non è chiaro se il video sia mai stato registrato, ma il messaggio è chiaro: la guerra di Netanyahu non si combatte solo dall’alto.

Ipotesi colpo di Stato o rivolta di popolo

Nelle ore successive al primo attacco di giugno, il Mossad avrebbe avviato una campagna di pressioni dirette: chiamate a generali, lettere lasciate sotto la porta, contatti con partiti curdi e con i Mujaheddin del popolo. L’obiettivo è minare la fedeltà all’interno di una struttura militare dove l’esercito regolare, 400mila uomini, è meno ideologico dei temuti pasdaran.

prodi guerra in iran

Dietro queste manovre si nasconde un progetto più ampio di “regime change“, sostenuto apertamente dall’ala dura americana legata a Donald Trump. Una fonte iraniana spiega: “Vogliono convincere i generali che un colpo di Stato è possibile. O, come piano B, spingono per una rivolta di popolo, sostenuta dalle minoranze e dallo sfaldamento dell’apparato militare”.

Tra i nomi possibili per un Iran “post-ayatollah” spunta quello del riformista Hassan Rouhani, l’uomo che firmò l’accordo sul nucleare con Obama. Ma per ora, avverte la fonte, “è presto. Serve pazienza”. Intanto Israele continua a colpire: con missili, ma soprattutto con telefonate che lacerano il fronte nemico come bombe.

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Ultimo Aggiornamento: 24/06/2025 13:46

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