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“Mi è volato addosso così, all’improvviso”. Francesco morto a 15 anni, il racconto dell’uomo che l’ha investito

Pubblicato: 24/06/2025 18:22

Stava attraversando un incrocio su un monopattino quando è stato travolto da un’auto. Un impatto violentissimo, inutile ogni tentativo di soccorso. Francesco Arauco, studente di 15 anni, è morto domenica pomeriggio dopo essere stato investito all’intersezione tra corso Venezia e via Breglio, a Torino. Secondo le prime informazioni raccolte dalla polizia municipale, il ragazzo non indossava il casco e sarebbe passato con il semaforo rosso, lanciandosi ad alta velocità.

Mi è volato addosso di colpo, quel ragazzo è passato col rosso a gran velocità”, avrebbe raccontato il conducente dell’auto, un notaio di 55 anni, che si è fermato immediatamente dopo l’impatto e ha chiamato i soccorsi in stato di choc. “È finito sul parabrezza, non ho fatto in tempo a frenare”, ha riferito ai suoi avvocati. A carico dell’uomo, la procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, atto dovuto per consentire accertamenti.

Francesco, nato a Torino da genitori peruviani, viveva nel quartiere Borgo Vittoria con la madre, il padre e un fratello. Frequentava l’istituto Maria Ausiliatrice e sognava di diventare pizzaiolo, ma si appassionava anche alla pasticceria. Era tifoso del Real Madrid e adorava Cristiano Ronaldo, anche se ultimamente raccontava agli amici di essere rimasto colpito dal talento di Lamine Yamal. Uno dei suoi sogni era quello di visitare il Perù, la terra d’origine dei genitori.

Domenica era uscito da casa dicendo “Ci vediamo dopo” alla madre. Un saluto qualunque, l’ultimo. Poco dopo l’impatto, le sue condizioni sono apparse immediatamente gravissime: i sanitari del 118 hanno tentato il possibile, ma per il giovane non c’è stato nulla da fare.

L’uomo alla guida della vettura, assistito dagli avvocati Francesco Crimi e Laura Cavallo, è rimasto profondamente turbato dall’accaduto. “Il mio cliente era in stato di shock – ha raccontato il legale – mi ha subito contattato dicendo che il ragazzo era sbucato all’improvviso. Era certo di avere il verde e di non procedere a velocità sostenuta. Inoltre, ricorda bene che il giovane non indossava il casco”.

Secondo quanto emerge, ci sarebbero almeno due testimoni oculari che potrebbero aiutare a chiarire la dinamica. Nella zona sarebbe inoltre installato un sistema T-Red, in grado di rilevare eventuali passaggi con il rosso. Un dettaglio che potrebbe risultare decisivo per ricostruire con precisione quanto accaduto.

Intanto, la morte del ragazzo ha lasciato sotto shock la comunità scolastica e il quartiere. In tanti si sono stretti attorno alla famiglia Arauco in queste ore di dolore. Un dramma che riaccende i riflettori anche sull’uso dei monopattini elettrici in città, soprattutto tra i giovanissimi, e sull’importanza di caschi, regole e sorveglianza.

La procura di Torino continua a raccogliere elementi utili all’inchiesta, mentre la municipale sta verificando i dati di semafori, telecamere e testimonianze per stabilire le eventuali responsabilità. Un’indagine necessaria per dare una risposta a una tragedia che ha spezzato troppo presto la vita di un ragazzo pieno di sogni.

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