
Per quindici giorni, Francis Kaufmann, 46enne californiano, ha vissuto a Villa Pamphili assieme ad Anastasia Trofimova, 28 anni, e alla figlia della donna, una bambina di cinque anni. Una convivenza precaria, finita in tragedia. Dal 4 giugno, giorno successivo all’ultima segnalazione di Anastasia, l’uomo ha spento il cellulare, facendo perdere ogni traccia digitale dei suoi movimenti.
Il 3 giugno il trio è stato avvistato allo Starbucks di piazza San Silvestro, nel centro di Roma. Secondo alcune testimonianze, Kaufmann ha avuto una lite con un altro uomo, riportando una ferita alla nuca. Ha rifiutato il soccorso dei presenti e si è allontanato con Anastasia e la bambina. Quel momento potrebbe essere stato l’ultima occasione in cui la 28enne è stata vista in vita.
Gli incroci tra tabulati telefonici, testimonianze e dati dell’autopsia rafforzano il sospetto degli inquirenti: la donna sarebbe stata uccisa tra la notte del 3 e l’alba del 4 giugno. In quelle stesse ore il cellulare dell’uomo risulta disattivato, un elemento considerato cruciale nella ricostruzione dei fatti.

Dopo l’omicidio, Kaufmann avrebbe spogliato il corpo, si sarebbe disfatto degli effetti personali della donna — probabilmente utilizzando un trolley con cui è stato poi visto muoversi — e avrebbe continuato a vagare per la città con la bambina ancora viva. Tre giorni più tardi, anche la piccola sarebbe stata uccisa e il corpo abbandonato nel parco, a soli 200 metri da quello della madre.
Il tutto si è consumato in una delle aree verdi più grandi della Capitale, in una zona che l’uomo frequentava da tempo, come confermano le celle telefoniche. Un duplice delitto su cui gli investigatori cercano ancora di fare piena luce, soprattutto in merito alle motivazioni e alla dinamica che ha portato all’omicidio della bambina.
Sul fronte istituzionale, è emersa una grave lacuna nei controlli. Nonostante la famiglia sia stata più volte fermata dalla polizia, non risulta alcuna segnalazione ai servizi sociali. A confermarlo è Barbara Funari, assessora alle Politiche sociali del Comune di Roma: «Nessuno ha attivato i nostri uffici. I servizi intervengono solo in caso di segnalazione, sia tramite il numero verde sia su richiesta diretta».
Secondo Funari, chiunque avesse visto la famiglia in condizioni problematiche — e in particolare la bambina — avrebbe potuto contattare la Sala operativa sociale, attiva 24 ore su 24. «Le nostre unità di strada si attivano su indicazioni specifiche, e a volte capita anche che non si trovino i soggetti segnalati, ma ogni elemento può essere utile per evitare tragedie come questa», ha aggiunto.
L’inquietante vicenda di Kaufmann e Trofimova lascia dietro di sé due vittime e molti interrogativi. Sulle responsabilità, sulle mancate tutele istituzionali, e su un nucleo familiare fragile, mai seguito da alcun servizio, nonostante i segnali evidenti di disagio e pericolo.