
Il suolo dei Campi Flegrei continua a sollevarsi: negli ultimi 18 mesi ha guadagnato circa 29 centimetri in altezza. Lo rende noto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) nel consueto bollettino settimanale sull’area vulcanica. Nella settimana tra il 16 e il 22 giugno, sono stati registrati 58 terremoti, di cui 18 con magnitudo superiore a 1 e un evento più intenso, pari a magnitudo 3.2.
Particolare attenzione è stata riservata a uno sciame sismico che ha colpito l’area di Pozzuoli tra la tarda serata del 20 giugno e le ore successive, causando ben 28 scosse in poche ore. Il fenomeno, pur restando sotto soglie critiche, conferma il perdurare dello stato di instabilità sismica dell’area.
Il dato più evidente riguarda però il costante sollevamento del suolo. L’Ingv rileva che, da aprile 2025, la crescita media è stata di circa 15 millimetri al mese. Il totale, calcolato a partire dal 20 gennaio 2024, ha raggiunto i 29 centimetri, un valore significativo, che richiama quello registrato durante altre fasi di bradisismo intenso nella storia recente della caldera.

Nonostante ciò, secondo l’Ingv non si evidenziano variazioni critiche nei parametri geochimici. In particolare, non si rilevano accelerazioni nei flussi di gas o nel riscaldamento del sistema idrotermale. Alla luce del quadro attuale, l’istituto non prevede sviluppi imminenti tali da suggerire un’eruzione a breve termine.
Nel frattempo cresce l’attenzione sul piano sociale. Il vescovo di Pozzuoli, monsignor Carlo Villano, ha rilanciato un appello già espresso dalla Caritas diocesana al Tavolo interistituzionale convocato dal Prefetto di Napoli, Michele Di Bari: «Chiediamo ai proprietari di immobili nelle aree limitrofe ai Campi Flegrei di non speculare sull’emergenza alzando i prezzi degli affitti».
«Non si trova un appartamento libero – ha dichiarato Villano all’Adnkronos – e quando si trova, i costi sono fuori controllo. È necessario un gesto di umanità verso le famiglie sfollate, molte delle quali vivono momenti di grande incertezza». Il riferimento è in particolare alle famiglie colpite dal terremoto del 13 marzo, di magnitudo 4.6, che ha costretto decine di persone a lasciare le proprie case.
Oggi, 56 persone evacuate da Bagnoli non hanno ancora una sistemazione stabile e, dopo aver lasciato l’albergo in cui erano ospitate, possono accedere al contributo di autonoma sistemazione messo a disposizione dal Comune di Napoli. Attualmente sono 191 i nuclei familiari che ricevono l’aiuto, mentre altre 50 domande sono in fase di valutazione.
Il contributo sarà garantito fino a dicembre 2026, ma l’incertezza abitativa e il rischio sismico che persiste nell’area impongono, secondo il vescovo e la Caritas, un’azione più solidale, concreta e coordinata tra cittadini, istituzioni e proprietà private.