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Mamma sul treno con due biglietti e la figlia in braccio. Il controllore: “Lo zaino non può occupare il posto”

Pubblicato: 24/06/2025 14:17
Torino treno figlia controllore

Viaggiava su un regionale da Torino a Finale Ligure con la figlia di tre anni, regolarmente munita di biglietto, ma si è sentita dire che non poteva utilizzare il secondo posto per appoggiare lo zaino. È quanto accaduto a Claudia, madre che aveva deciso di acquistare due titoli di viaggio, pur potendo far viaggiare gratuitamente la bambina tenendola in braccio. Una scelta dettata dalla volontà di garantire alla figlia maggiore comodità e autonomia, ma che si è scontrata con una rigida interpretazione del regolamento ferroviario da parte del controllore di Trenitalia.

Il controllo e l’obbligo di liberare il sedile

L’episodio si è verificato su un treno regionale diretto verso la Liguria. Nonostante la bambina disponesse di un biglietto valido, in un momento del viaggio ha preferito stare in braccio alla madre. Sul sedile assegnato a lei è stato appoggiato uno zaino, ma nessun altro passeggero aveva chiesto di sedersi, né il vagone risultava particolarmente affollato, secondo il racconto della donna.

Tuttavia, il controllore ha chiesto con fermezza di liberare il posto, affermando che la presenza di due biglietti non autorizzava l’uso del secondo sedile per i bagagli se la bambina non lo stava occupando. «Non cambia nulla se ha due biglietti: se la bimba resta in braccio, quel posto va liberato per chi volesse occuparlo», avrebbe spiegato l’addetto.

La madre ha vissuto il momento come un episodio spiacevole e ha raccontato di essersi sentita trattata con toni scortesi e inutilmente rigidi. «Se fosse stato necessario, non avrei esitato a farlo», ha dichiarato, sottolineando come il problema non fosse il rispetto delle regole, quanto piuttosto il modo in cui le sono state imposte.

La richiesta di rimborso e l’intervento dell’avvocato

Dopo il viaggio, Claudia ha deciso di rivolgersi all’avvocato Andrea Cagliero, contestando il comportamento del controllore e chiedendo il rimborso del biglietto della figlia. Secondo la madre, l’acquisto del secondo titolo di viaggio le garantiva il diritto di utilizzare due posti, a prescindere da come fossero effettivamente occupati, finché non ci fosse una reale necessità da parte di altri passeggeri.

La questione ha assunto anche una valenza simbolica, sollevando interrogativi su come venga applicata la normativa e su quanto margine di discrezionalità abbiano gli operatori a bordo dei treni, soprattutto in presenza di minori e famiglie.

La risposta di Trenitalia e le scuse

Dopo la diffusione del caso, Trenitalia ha diramato una nota in cui si scusa per l’episodio e tenta di chiarire la posizione del proprio personale. Secondo l’azienda, il vagone risultava affollato, in parte perché molti posti erano già occupati da bagagli. Il controllore, vedendo la bambina in braccio alla madre, ha ritenuto che il secondo posto fosse libero e ha cercato di liberarlo per agevolare un’altra passeggera in difficoltà.

Una spiegazione che, se da un lato offre una lettura più benevola dell’accaduto, dall’altro non annulla l’errore di valutazione, come ammesso dalla stessa azienda. Le scuse ufficiali sono arrivate, ma resta aperto il tema di un eventuale risarcimento per un servizio acquistato e non pienamente fruito.

Un caso che solleva dubbi sulle regole per i minori

Il caso ha riportato al centro del dibattito il tema delle regole di viaggio per i bambini sui treni regionali. Secondo il regolamento, i minori di 6 anni possono viaggiare gratuitamente se tenuti in braccio da un accompagnatore e non occupano un posto a sedere. Tuttavia, nulla vieta ai genitori di acquistare un biglietto per garantire maggior comfort al proprio figlio.

Nel momento in cui quel biglietto viene pagato, è legittimo aspettarsi che il posto corrispondente sia a disposizione esclusiva del titolare, a prescindere dal fatto che venga usato per sedersi, dormire o appoggiare uno zaino. L’interpretazione data dal controllore — secondo cui un sedile non occupato da un corpo umano dovrebbe essere liberato — apre a una serie di paradossi che andrebbero chiariti in maniera ufficiale.

Discrezionalità e buonsenso

La vicenda mette in evidenza la necessità di formare il personale ferroviario non solo sul piano normativo, ma anche su quello della gestione relazionale e del buonsenso. Un controllore ha il compito di garantire il rispetto delle regole, ma è altrettanto importante che sappia interpretare il contesto e relazionarsi con i passeggeri, soprattutto se si tratta di famiglie con bambini.

Il malinteso di Torino non è stato causato da un’infrazione evidente, ma da una rigidità interpretativa che ha generato disagio in una situazione che poteva essere affrontata con maggiore equilibrio. Le scuse di Trenitalia sono un primo passo, ma sarà l’esito della richiesta di rimborso a dire se l’azienda riterrà davvero di aver commesso un errore.

Nel frattempo, resta la sensazione di una madre delusa per aver fatto la scelta più corretta — acquistare un biglietto per la figlia — e aver ricevuto in cambio una lezione fuori luogo.

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