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Addio a Lea Massari, la diva discreta che stregò il cinema senza mai inseguire la fama

Pubblicato: 25/06/2025 07:56

Si è spenta a 91 anni Lea Massari, nome d’arte di Anna Maria Massetani, una delle attrici più intense e misteriose del nostro cinema. Ha lavorato con i più grandi ma ha scelto di sparire presto, senza clamore, nel silenzio che da sempre la contraddistingueva. Anche l’ultimo saluto è avvenuto in forma privata, con un funerale riservato celebrato nella cappella di Sutri.

Attrice di bellezza ribelle e di talento ruvido, Lea Massari ha segnato un’epoca con la sua presenza carismatica, ruotando con naturalezza tra cinema, teatro e palcoscenico internazionale. Sapeva essere intensa senza forzature, magnetica senza vanità. Una figura atipica in un’Italia ancora dominata dallo star system.

L’esordio con Monicelli e l’amore del cinema italiano

La sua carriera inizia nel 1954 grazie a Mario Monicelli, che la sceglie per il ruolo di Agnese in Proibito. Un colpo di fulmine artistico: Monicelli resterà folgorato dalla giovane romana che mostrava la stessa facilità nello sparare con un fucile quanto nel sostenere uno sguardo drammatico. Prima appassionata di caccia, poi animalista convinta, la Massari viveva di contrasti, e li portava in scena con disarmante naturalezza.

Subito amata dal pubblico e dai registi, lavora con Dino Risi in Una vita difficile, con Sergio Leone ne Il colosso di Rodi, affianca giganti come Alberto Sordi, Silvana Mangano, Vittorio Gassman. Ma è anche protagonista del primo Rugantino a teatro, nel ruolo di Rosetta, con Garinei e Giovannini.

La svolta francese e il ruolo di Clara in Soffio al cuore

Negli anni Settanta Lea Massari conquista anche il cinema francese, affiancando attori del calibro di Jean-Louis Trintignant, Michel Serrault e Jean-Paul Belmondo. Il personaggio che più la rappresenta, però, resta quello controverso e indimenticabile di Clara, la madre incestuosa nel film Soffio al cuore di Louis Malle. Un ruolo che rompe tabù e le regala definitiva consacrazione.

Seguono altri titoli memorabili: L’uomo che non seppe tacere (1972), Un battito d’ali dopo la strage (1973), La prima notte di quiete (1972) accanto a Alain Delon e Alida Valli, fino al Nastro d’argento vinto per l’interpretazione di Luisa Levi in Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi.

Il ritiro in Sardegna, la scomparsa volontaria, l’addio in silenzio

Poi la scelta, controcorrente e netta: ritirarsi. Non per mancanza di offerte, ma per un bisogno profondo di ritrovare sé stessa, lontano dalle luci. Vive a lungo in Sardegna con il marito e i suoi animali, da cui non si separa mai. Poi il divorzio, il ritorno a Roma e la scelta definitiva di uscire dalla scena. Nessuna intervista, nessuna apparizione, nessuna nostalgia esibita.

Lea Massari ha detto addio al mondo dello spettacolo con la stessa discrezione con cui lo aveva attraversato. E così ha fatto con la vita. In silenzio, in punta di piedi, senza chiedere niente.

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