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“Cose da pazzi, non raccontiamo bufale!”. Cacciari infuriato con Lilli Gruber: scontro in diretta

Pubblicato: 25/06/2025 09:06
Cacciari Gruber riarmo europeo

Un intervento acceso e privo di retorica quello di Massimo Cacciari, ospite del programma televisivo Otto e mezzo. Il filosofo veneziano, noto per le sue posizioni anticonformiste, ha criticato duramente la crescente narrativa favorevole al riarmo dell’Europa, che si sta facendo strada tra le istituzioni comunitarie e nei vertici politici dei principali Paesi membri.
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«Ma cerchiamo di ragionare, dai, riarmi contro chi? contro quale nemico? per fare guerra alla Cina? alla Russia? agli Stati Uniti? ma chi è che minaccia l’Europa? cosa sono queste bufale. L’Europa non ha nessun nemico, ma che bufale raccontiamo?», ha dichiarato Cacciari in diretta televisiva, rivolgendosi sia ai conduttori che ai telespettatori. Un commento che ha suscitato immediate reazioni, dividendo l’opinione pubblica tra chi vede nell’aumento delle spese militari una necessità strategica e chi, come Cacciari, ne denuncia la totale insensatezza.

Un’accusa alla politica della paura

Secondo Cacciari, il discorso sulla sicurezza europea sarebbe strumentale, alimentato da quella che ha definito una vera e propria “politica della paura”. L’idea che il continente debba armarsi, rafforzare i propri eserciti e investire risorse nella difesa comune sarebbe – nella sua lettura – una costruzione ideologica priva di reali basi geopolitiche.

Nel suo intervento, il filosofo ha evidenziato come l’Europa, a oggi, non sia oggetto di alcuna minaccia diretta da parte di potenze straniere. L’invocazione di nemici come la Russia, la Cina o addirittura gli Stati Uniti sarebbe dunque, a suo avviso, un’operazione politica volta a giustificare nuove spese, sottratte ad ambiti come la sanità, l’istruzione o il lavoro.

Riarmo o strategia d’influenza?

L’uscita di Cacciari si inserisce in un contesto europeo in cui il tema del riarmo sta rapidamente guadagnando spazio nel dibattito pubblico. Dalla guerra in Ucraina alla crisi del Medio Oriente, numerosi Paesi stanno approvando bilanci difensivi sempre più ingenti, sostenendo la necessità di un’autonomia strategica dell’Unione Europea sul piano militare.

Tuttavia, per Cacciari questa corsa alla militarizzazione non è altro che una strategia di potere, volta a rafforzare l’influenza dei grandi gruppi industriali e degli apparati burocratici comunitari. «Ma cosa stiamo raccontando?», si è chiesto retoricamente. «L’Europa non ha nessun nemico, basta raccontare bufale».

Un attacco netto anche alla narrazione dominante nei media e nel discorso politico, accusati di piegarsi a logiche emergenziali che servono più a costruire consenso che a descrivere la realtà.

Una posizione isolata ma coerente

Non è la prima volta che Massimo Cacciari esprime posizioni critiche verso le scelte delle istituzioni europee. Già in passato si era opposto a politiche che, secondo lui, avrebbero portato a un’eccessiva burocratizzazione dell’Unione e a una svalutazione della sovranità democratica dei singoli Stati.

In questo caso, il suo discorso ha colpito per l’immediatezza e l’assenza di filtri. Nessun tecnicismo, nessuna diplomazia: solo domande secche e provocatorie che puntano a smascherare, nella sua visione, un meccanismo comunicativo fasullo.

Le sue parole, come spesso accade, hanno generato un dibattito acceso, ma anche una riflessione più profonda sul ruolo dell’Europa nel mondo contemporaneo e su cosa significhi davvero difendere i propri interessi senza scivolare nel militarismo.

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