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Gintoneria, colpo di scena sulla figlia di Wanna Marchi: cos’hanno deciso 

Pubblicato: 25/06/2025 18:27
caso gintoneria

Il caso di Stefania Nobile, figlia della celebre Wanna Marchi, prende una nuova piega. La figlia di Wanna Marchi è finita al centro del “Caso Gintoneria“. Si tratta una vasta e complessa inchiesta giudiziaria che ha scosso il panorama milanese, svelando un presunto giro di prostituzione e droga dietro le facciate di locali apparentemente di lusso come la Gintoneria e il privé La Malmaison. Le indagini hanno dipinto un quadro allarmante di un sistema ben orchestrato, dove il piacere e l’eccesso venivano mercificati attraverso la messa a disposizione di escort e stupefacenti.

L’inchiesta ha dipinto un quadro inquietante del sistema che ruotava attorno alla Gintoneria e a La Malmaison. Stefania Nobile, secondo le accuse, si sarebbe occupata della parte amministrativa e contabile dei locali coinvolti, un ruolo che la inseriva a pieno titolo nel meccanismo illecito. Il Tribunale del Riesame, confermando un sequestro preventivo di circa 900mila euro per presunto autoriciclaggio, ha delineato in modo chiaro il core business di Davide Lacerenza: non era solo l’alcol a generare profitti, ma la “messa a disposizione di ragazze e stupefacente”.

Stefania Nobile, cosa fa oggi la figlia di Wanna Marchi condannata per estorsione come la madre

Caso Gintoneria, la notizia su Stefania Nobile è appena arrivata

Dopo oltre tre mesi di arresti domiciliari, la 60enne ha ottenuto dalla giudice per le indagini preliminari Alessandra Di Fazio la revoca della misura restrittiva. Una decisione che le restituisce una parziale libertà, pur mantenendola sottoposta all’obbligo di dimora, una misura cautelare meno stringente che le concede maggiore margine di movimento. Questo sviluppo giunge nell’ambito della complessa inchiesta milanese che ha scoperchiato un presunto giro di prostituzione e droga tra la Gintoneria e il privé La Malmaison, indagine che lo scorso 4 marzo aveva visto la Nobile finire agli arresti insieme all’ex compagno Davide Lacerenza.

La revoca degli arresti domiciliari per Stefania Nobile non è stata una decisione arbitraria, ma il frutto di una valutazione attenta da parte della giudice Di Fazio. Il motivo principale risiede nel fatto che sono “venute meno le esigenze cautelari” che avevano giustificato la misura. Un elemento cruciale a favore della Nobile è stato il suo comportamento irreprensibile durante il periodo di detenzione domiciliare: la donna non ha mai violato le prescrizioni imposte, dimostrando un pieno rispetto delle autorità.

A differenza dell’ex compagno Davide Lacerenza, che rimane ai domiciliari e la cui posizione appare ben più compromessa, Stefania Nobile non è accusata di spaccio di cocaina. Questo è un dettaglio non trascurabile, considerando che lo spaccio rappresenta uno dei reati più gravi al centro dell’inchiesta. La sua posizione processuale, pertanto, si delinea come meno grave rispetto a quella di Lacerenza, il quale deve rispondere anche di accuse pesanti come lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione.

selfie di wanna marchie e stefania nobile

La via del patteggiamento

Un ulteriore fattore che potrebbe aver influenzato la decisione della giudice è la collaborazione mostrata da Nobile nel corso delle indagini. Il 17 aprile scorso, la donna ha scelto di sottoporsi a un interrogatorio davanti ai magistrati, rispondendo alle domande della pm Francesca Crupi e agli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza. Questa disponibilità a cooperare, unita all’assenza di violazioni delle prescrizioni, ha certamente contribuito a dipingere un quadro meno allarmante della sua situazione.

Le indiscrezioni trapelate dagli ambienti giudiziari suggeriscono che la difesa di Stefania Nobile, curata dall’avvocato Liborio Cataliotti (lo stesso di Lacerenza), stia valutando la possibilità di richiedere il patteggiamento. Questa mossa strategica potrebbe condurre a una risoluzione più rapida della sua posizione legale, e non è escluso che anche la difesa di Lacerenza possa intraprendere la medesima strada, cercando un accordo con l’accusa per mitigare le possibili conseguenze di un processo.

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