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“Pronto? Chiamo dalla Asl”. Ma è una truffa pericolosissima: tante vittime in Italia, come difendersi

Pubblicato: 25/06/2025 11:40

Sta mietendo vittime in tutta Italia la nuova truffa telefonica legata all’Asl, un raggiro tanto subdolo quanto efficace, che sfrutta la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni sanitarie. Nelle ultime settimane, decine di segnalazioni sono arrivate da utenti che, dopo aver ricevuto un sms apparentemente ufficiale, hanno visto sparire il credito telefonico o hanno rischiato di fornire dati personali a sconosciuti.

Il meccanismo è semplice ma insidioso: un sms fraudolento invita il destinatario a contattare la propria Azienda sanitaria locale per ritirare presunti referti medici, prenotare visite o ricevere aggiornamenti sanitari urgenti. L’apparenza è credibile: il messaggio è formulato in tono formale e spesso simula il linguaggio e l’impostazione grafica delle comunicazioni ufficiali.

Le Asl del Lazio sono tra le prime ad aver lanciato l’allarme. In una nota ufficiale, la Regione ha spiegato che molti cittadini stanno ricevendo messaggi ingannevoli che li spingono a richiamare numeri sospetti, provocando l’immediato addebito di somme sul credito telefonico. In alcuni casi, vengono anche richiesti dati sensibili come codice fiscale o informazioni sanitarie personali.

Si tratta di una truffa ben organizzata, che unisce la tecnica del cosiddetto “wangiri” – ovvero la chiamata breve con numero internazionale che induce a richiamare – a una variante più evoluta basata sugli sms trappola. L’obiettivo: svuotare il credito telefonico o raccogliere informazioni per furti d’identità e altre frodi.

La Regione invita i cittadini alla massima prudenza: le comunicazioni ufficiali delle Asl avvengono solo tramite numero verde, numeri fissi con prefisso regionale, oppure sms che riportano chiaramente i riferimenti istituzionali. È possibile verificarne l’autenticità sui siti web ufficiali delle singole aziende sanitarie.

Le autorità consigliano inoltre di non rispondere mai a messaggi sospetti, di non fornire alcun dato personale, e soprattutto di non richiamare i numeri contenuti nei messaggi. È fondamentale segnalare subito alle forze dell’ordine o alla Polizia Postale ogni tentativo sospetto.

Il fenomeno, inizialmente circoscritto al Lazio, sembra ora espandersi a livello nazionale, sfruttando la vulnerabilità di molti cittadini, soprattutto anziani. La raccomandazione, valida per tutti, è una sola: diffidare sempre dai messaggi che richiedono azioni urgenti e verificare ogni comunicazione tramite canali ufficiali. Una semplice telefonata può trasformarsi in un salasso.

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