
“Riccardo Branchini è vivo”. È questa la convinzione dell’avvocato Elena Fabbri, legale della famiglia del 20enne scomparso il 12 ottobre 2023 da Acqualagna, provincia di Pesaro-Urbino. Secondo l’avvocato, grazie alle indagini condotte dalla Procura, è emerso un quadro completamente diverso da quello che inizialmente sembrava prospettarsi, ossia il suicidio del giovane.
Le prime ipotesi e la svolta nelle indagini
Riccardo era stato visto per l’ultima volta mentre si allontanava in macchina, e la sua auto era stata trovata vicino alla diga del Furlo. Inizialmente, le circostanze del ritrovamento della macchina e di un biglietto con scritto “buona vita” facevano pensare a un gesto estremo. La Procura aveva disposto anche l’utilizzo di sommozzatori e attrezzature sofisticate per cercarlo nel bacino della diga, ma senza esito.

Tuttavia, secondo l’avvocato Fabbri, alcuni dettagli non quadravano. Ad esempio, Riccardo aveva portato con sé gli occhiali da vista e le lenti a contatto, ma questi non erano stati trovati a casa, sollevando dubbi sull’ipotesi del suicidio.
Nuove scoperte e la teoria della fuga
Le analisi dei dispositivi elettronici di Riccardo, come PC e telefonino, hanno rivelato delle ricerche insolite. Invece di cercare informazioni sul suicidio, il giovane stava cercando indirizzi di viaggio, come treni, aerei, bus e ostelli, sia in Italia che all’estero. Questo ha fatto emergere l’ipotesi che Riccardo stesse progettando una fuga, e che forse l’idea di andarsene fosse stata pianificata con l’aiuto di qualcun altro.
Secondo l’avvocato, questa nuova scoperta potrebbe spiegare i movimenti di Riccardo prima della sua scomparsa. “L’auto di Riccardo non è stata portata direttamente alla diga, ma si è fermata in un parcheggio, come se stesse aspettando qualcuno”, ha detto Fabbri. Questo dato si allinea anche con una testimonianza del custode della zona, che ha sentito il rumore di una portiera sbattuta dopo le 2 di notte.
Riccardo è vivo?
“Se lo è stato fino a poco tempo fa, è difficile dire se lo sia ancora”, ha detto Fabbri. Le ricerche continuano, non solo in Italia, ma anche in Europa, per accertarsi delle condizioni di Riccardo. Nonostante la famiglia speri che il ragazzo possa aver preso la decisione di allontanarsi volontariamente, nutrono anche il timore che possa essersi trovato in una situazione difficile e pericolosa.
“Se Riccardo non vuole tornare, è libero di fare le sue scelte”, ha affermato l’avvocato, “ma speriamo che almeno stia bene”. La famiglia continua a cercarlo, con la speranza che queste nuove prove possano portare a un lieto fine.