
Nel cuore di Manhattan, nella sede storica di Condé Nast, il silenzio ha preceduto la scossa. Una notizia tanto attesa quanto destabilizzante: Anna Wintour lascia la direzione di Vogue America dopo 37 anni alla guida della rivista che ha incarnato l’essenza stessa dell’alta moda editoriale. Una figura leggendaria, con il suo caschetto impeccabile e gli occhiali da sole onnipresenti, che ha riscritto le regole del fashion publishing e che ora passa il testimone.
La notizia è stata ufficializzata durante una riunione dello staff nella mattina di mercoledì 25 giugno. La conferma è arrivata da fonti autorevoli del settore come The Daily Front Row, WWD e Business of Fashion, che hanno rapidamente diffuso l’annuncio. Pur lasciando la direzione dell’edizione statunitense della testata, Wintour manterrà il ruolo di chief content officer globale di Condé Nast e continuerà a supervisionare Vogue a livello internazionale.
La storia di Anna Wintour
Una decisione storica che segna la fine di un’epoca per il magazine fondato nel 1892. Wintour, oggi 75enne, aveva preso le redini della testata nel 1988, succedendo a Grace Mirabella. Da quel momento, Vogue non fu più la stessa: la moda d’élite venne contaminata da elementi di pop culture, street style e un’estetica capace di parlare a tutte le donne. La sua prima copertina – quella di novembre 1988 – resta memorabile: la modella Michaela Bercu indossava un jeans da 50 dollari, un gesto che all’epoca fece scalpore.
“Infrangeva tutte le regole“, ha raccontato la stessa Wintour in un’intervista. “In seguito, come spesso accade, la gente ha dato ogni sorta di interpretazione: si trattava di un mix di alto e basso, Michaela era incinta, era una dichiarazione religiosa. Ma nessuna di queste cose era vera”.
Cos’ha fatto Wintour per Vogue
Wintour ha trasformato Vogue in una piattaforma culturale, capace di dettare tendenze, lanciare carriere, influenzare l’immaginario collettivo. Ha avuto un ruolo chiave nel sostenere designer emergenti, nel connettere la moda al mondo del cinema, della politica e dell’arte. Celebre la sua influenza anche nella realizzazione del Met Gala, evento diventato fenomeno globale grazie alla sua regia impeccabile.
Resta ora da capire chi potrà raccogliere il testimone di una delle donne più influenti del mondo dell’editoria. Ma una cosa è certa: Anna Wintour non lascia del tutto la scena. Continuerà a plasmare la visione editoriale globale del colosso Condé Nast, guidando Vogue verso nuove sfide in un’epoca digitale e in continua trasformazione.
Per chi ha vissuto l’era Wintour, ogni copertina, ogni editoriale, ogni silhouette raccontava non solo la moda, ma un modo di vedere il mondo. E anche ora che si chiude un capitolo, il suo stile – e la sua visione – continueranno a far scuola.