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Auto giù nella scarpata, una donna a bordo: dramma, un’agonia

Pubblicato: 26/06/2025 18:43
auto finisce nella scarpata

L’oscurità era un velo impenetrabile, denso e avvolgente. Ogni suono, ogni fruscio, amplificato dal silenzio opprimente della notte, sembrava nascondere il segreto che tutti cercavano. Ore interminabili, quattro per l’esattezza, si erano trascinate in una ricerca estenuante, con gli occhi che tentavano invano di perforare il buio, aggrappandosi a ogni barlume di speranza. Un’auto, inghiottita da una scarpata insidiosa e celata dalla fitta vegetazione, era diventata un fantasma, un’ombra indistinguibile nel cuore della natura selvaggia. La tensione era palpabile, ogni minuto che passava stringeva la morsa dell’ansia, mentre il destino di una persona restava sospeso nel limbo dell’ignoto, in attesa di essere strappato all’oblio.

Poi, un lamento. Debole, quasi un sussurro portato dal vento, ma sufficiente a spezzare il silenzio e accendere una scintilla di speranza. La lotta contro il tempo era appena iniziata. Altre tre ore si sarebbero aggiunte alle precedenti, un’eternità di sforzi congiunti per strappare una vita all’abisso. L’eco di quel lamento aveva trasformato la disperazione in determinazione, spingendo i soccorritori a superare ogni ostacolo, a sfidare la notte e la montagna, per raggiungere quella voce flebile che prometteva ancora vita.

Una notte di angoscia e speranza in Valle Grana

La scomparsa di una donna di 42 anni, residente a Castelmagno, comune cuneese incastonato nella pittoresca Valle Grana, ha innescato una mobilitazione senza precedenti. Intorno alle 23, la denuncia del padre ha fatto scattare l’allarme, trasformando la quiete della notte in una frenetica corsa contro il tempo. I Carabinieri, con la rapidità e la precisione che li contraddistinguono, hanno immediatamente avviato le ricerche. Grazie alla geolocalizzazione del telefono cellulare della quarantaduennne, sono riusciti a circoscrivere l’area delle indagini, un’operazione cruciale che ha indirizzato gli sforzi in una zona specifica, riducendo l’enorme estensione del territorio montano.

Le perlustrazioni si sono protratte fino alle 3 del mattino, ore di palpabile tensione e crescente preoccupazione, illuminate solo dai fasci di luce delle torce che fendevano l’oscurità. È stato in località Campomolino, da una scarpata impervia, che un lamento flebile ma distintamente percepibile ha infranto il silenzio della notte, segnando una svolta decisiva nelle operazioni. Quel suono, quasi un sospiro di speranza, ha mobilitato immediatamente i Vigili del Fuoco e il Soccorso Alpino. Con un coordinamento esemplare, le squadre si sono calate nella scarpata, equipaggiate con materiale sanitario essenziale e una barella spinale, strumenti indispensabili per affrontare un recupero in condizioni estreme.

La battaglia contro la natura e il tempo

Il terreno accidentato e la fitta vegetazione hanno presentato sfide notevoli. Per consentire il passaggio sicuro degli operatori e facilitare le operazioni di soccorso, si è reso necessario un parziale disboscamento dell’area. Ogni colpo d’ascia, ogni ramo spezzato, era un passo in più verso la salvezza. Dopo un lavoro strenuo e meticoloso, intorno alle 6 del mattino, la donna è stata finalmente raggiunta. Trovata cosciente, è stata immediatamente affidata alle cure dei sanitari. Le prime valutazioni mediche hanno rivelato una sospetta frattura al bacino e a una gamba, lesioni gravi ma, fortunatamente, non tali da mettere in pericolo la sua vita. Un sospiro di sollievo ha percorso le squadre di soccorso, a testimonianza del successo di un’operazione complessa e rischiosa.

L’auto, una Panda, su cui viaggiava la donna lungo la provinciale in direzione della vicina Pradleves, era precipitata per una trentina di metri. Un volo vertiginoso che si è concluso sulle rocce in prossimità del torrente Grana, un impatto violento che avrebbe potuto avere conseguenze ben più drammatiche.

Un lieto fine in una valle segnata dal dolore

Questo episodio, fortunatamente a lieto fine, rappresenta un raggio di luce per il comune di montagna, ancora profondamente segnato da una tragedia che ha lasciato cicatrici indelebili. A pochi chilometri di distanza, infatti, nell’agosto del 2020, la comunità di Castelmagno ha pianto la scomparsa dei “ragazzi delle stelle“. In quell’occasione, un Land Rover guidato da un giovane di 24 anni, con a bordo otto giovanissimi, era precipitato in un dirupo. Il tragico bilancio di quel disastro fu la morte del guidatore e di quattro passeggeri, di ritorno da una serata passata a guardare le stelle di San Lorenzo.

L’operazione di salvataggio di Campomolino dimostra l’efficacia e la dedizione delle squadre di soccorso, capaci di affrontare e superare sfide estreme. È un tributo alla loro professionalità e al loro impegno, elementi che, in situazioni critiche, fanno la differenza tra la vita e la morte. Un epilogo felice che, seppur non cancellando il dolore del passato, offre una tangibile speranza e rinforza la fiducia nella capacità di resilienza di una comunità unita.

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