
Il silenzio della campagna di prima estate può nascondere più di quanto si pensi. I sentieri che attraversano campi incolti, le sterpaglie alte e il calore che vibra sull’asfalto diventano, in certe ore, lo scenario perfetto per vicende che sembrano uscite da un romanzo noir. Qui, dove la quotidianità scorre lenta, e il frinire delle cicale accompagna i gesti semplici di chi lavora la terra o accudisce una casa isolata, anche la tragedia può arrivare silenziosa, confondersi con la polvere e il vento, finché qualcosa – un odore, un rumore, un’ombra – non costringe a voltarsi e guardare in faccia la verità.
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La scomparsa e la paura crescente
La storia che si è consumata nei giorni scorsi ha proprio il passo lento e amaro delle vicende che non si dimenticano. Una famiglia in attesa, le ricerche che si moltiplicano, la tensione che cresce, il timore che diventa sospetto e poi certezza. Le campagne sono diventate teatro di perlustrazioni e appelli, tra dichiarazioni contraddittorie e interrogativi sempre più pressanti. Dove finisce la difesa legittima e dove comincia l’eccesso? Chi mente e chi tace per paura? E soprattutto: che fine aveva fatto il ragazzo sparito nel nulla dopo quella notte concitata?
Il corpo ritrovato tra le sterpaglie
La risposta è arrivata, amara e definitiva, con il ritrovamento del corpo senza vita del 26enne albanese che era stato dato per disperso dalla sera di domenica, in seguito a una sparatoria avvenuta durante un presunto tentativo di rapina. Il cadavere è stato scoperto in un terreno agricolo nelle campagne di San Severino, una frazione del comune di Centola, nel cuore del Cilento, parzialmente coperto da sterpaglie, non lontano dal campo sportivo locale.

Le accuse al proprietario di casa
A indicare il luogo del ritrovamento è stato Aurelio Valiante, l’uomo di 60 anni la cui abitazione a Foria di Centola sarebbe stata presa di mira dal gruppo di tre presunti rapinatori. Secondo la sua versione, durante la colluttazione esplosa in casa, avrebbe aperto il fuoco per difendersi, uccidendo uno degli aggressori e ferendone gravemente un altro. Il terzo uomo era riuscito a scappare, facendo perdere le sue tracce fino al tragico ritrovamento.
Il riconoscimento e le parole della moglie
Il riconoscimento del corpo è avvenuto grazie ai familiari, giunti sul posto dopo che i carabinieri avevano mantenuto inizialmente il riserbo sull’identità della vittima. La Procura di Vallo della Lucania ha disposto l’autopsia per accertare le cause del decesso. La moglie del giovane, nei giorni successivi, aveva denunciato la scomparsa del marito e dichiarato che l’uomo sarebbe stato colpito e poi «trascinato via» da chi aveva sparato.
Indagini in corso e accuse pesanti
In mattinata, Valiante si è presentato in Procura accompagnato dal suo avvocato, Antonello Natale, e avrebbe confessato di aver esploso i colpi e di aver trasportato il corpo lontano dalla sua abitazione. Ora è indagato per omicidio volontario, lesioni gravissime e occultamento di cadavere, anche se non è ancora stata emessa alcuna misura cautelare nei suoi confronti. La Procura, sotto la direzione del procuratore Francesco Rotondo, sta valutando la richiesta di custodia cautelare, in attesa degli esiti delle perizie balistiche.

La tensione esplode tra la gente
Dopo il ritrovamento, la tensione si è fatta palpabile. Diversi connazionali della vittima, provenienti dal Casertano e presenti in paese già dalla sera precedente, si sono diretti verso l’area, cercando un confronto diretto con l’imprenditore ora indagato. Solo l’intervento dei carabinieri della Compagnia di Sapri, guidati dal capitano Francesco Fedocci, ha impedito che la situazione degenerasse in uno scontro aperto.
Un’intera comunità in attesa di risposte
Ora la comunità attende risposte. Le indagini proseguono, tra interrogatori, accertamenti tecnici e tensioni sempre più visibili. In un luogo dove la tranquillità sembrava regnare sovrana, resta solo un vuoto amaro e una domanda che pesa come il caldo di giugno: è davvero finita qui?